Michael Schumacher, ricordi struggenti: le frasi che emozionano i tifosi. Il nome del fuoriclasse tedesco è legato per sempre alla Ferrari
Quando arrivò alla Ferrari, alla fine del 1995, tutti erano convinti, tifosi e addetti ai lavori, che la Rossa nel giro di pochissimo tempo avrebbe rivinto quel titolo mondiale di Formula 1 che mancava dal 1979, anno dell’ultimo alloro iridato conquistato dalla scuderia di Maranello. Ma all’inizio l’impatto di Michael Schumacher nella galassia del Cavallino Rampante non fu proprio dei migliori. Tanto che dopo appena qualche mese si fecero insistenti le voci su una clamorosa rottura tra la Ferrari e il fuoriclasse di Kerpen, lusingato da altre ricchissime e ambiziose offerte.
Ma la storia ha preso una piega diversa: Schumi riuscì ad entrare in totale sintonia con l’ambiente della Rossa e poi sappiamo tutti com’è andata a finire. Uno degli artefici principali di quel legame speciale instauratosi tra Maranello e il campione tedesco fu il team principal di quegli anni, il grande Jean Todt. L’esperto manager francese, approdato a Maranello nel 1993, ha svelato inediti retroscena sul suo rapporto con Schumacher.
“Quando sono arrivato alla Ferrari mi resi conto che in quel momento era come un’opera d’arte abbandonata a se stessa, diciamo pure in rovina”. Con queste parole Todt ha descritto al quotidiano francese L’Equipe il suo difficile approdo alla guida del team di Maranello. E uno dei segreti dello straordinario rilancio del Cavallino Rampante fu proprio l’amicizia, sincera e profonda, instauratasi tra il dirigente francese e Schumacher.
Michael Schumacher, il ricordo struggente fa emozionare i tifosi della Rossa
A tal proposito Jean Todt ha svelato un clamoroso retroscena risalente proprio ai suoi primi anni alla guida della Ferrari: “All’inizio tra me e Michael non c’era altro che rispetto reciproco. Lui aveva chiesto di avere una clausola rescissoria nel suo contratto che gli avrebbe permesso di andare via se me ne fossi andato anch’io. Nel 1996 – ha rivelato Todt – girava voce che sarei stato cacciato. I giornalisti lo riferirono a Michael che rispose: ‘Se Jean se ne va, me ne andrò anch’io’“.
Quelle voci si rivelarono del tutto false e anzi da quel momento la posizione di Todt all’interno della scuderia modenese si consolidò ulteriormente. Sembra quasi impossibile pensarlo ora che la Ferrari sta entrando nel suo 16eismo anno consecutivo senza titoli iridati vinti, ma da lì è poi arrivarono stagioni trionfali, lontano ora circa 20 anni, in cui le domeniche degli appassionati di Formula 1 erano caratterizzate da un’unica domanda: “Ci sarà qualcuno capace di battere la Rossa?”.
Tra il 1999 e il 2004 la scuderia di Maranello ha infatti riscritto la storia del Circus vincendo sei titoli Costruttori e cinque titoli piloti consecutivi. Numeri superati solo dai trionfi della Mercedes tra il 2014 e il 2021. Artefice di quell’epoca di dominio ferrarista all’inizio del nuovo millennio fu proprio il binomio Todt-Schumacher.
Il destino però non è stato generoso con il fuoriclasse di Kerpen che da quasi dieci anni, per dirla con le drammatiche parole di Eddie Jordan, “è qui ma è come se non ci fosse“. E Jean Todt ogni volta in cui gli capita di parlare di Schumi, non riesce a trattenere le lacrime.