Deposizioni Juventus: come un crime movie, il disgusto di vedere la realtà

Stante il fatto che è assolutamente possibile che la Juventus possa vedersi revocata o ridotta la penalizzazione; stante il fatto che il processo sportivo è una cosa ma quello penale è un altro; quanto stiamo leggendo in questi giorni con i verbali degli interrogatori sul caso Juve è oltre lo sconcertante.

La giustizia farà il suo corso, e se appunto è assolutamente possibile che in ambito sportivo finisca in un nulla di fatto, diverso sarà dal punto di vista penale per una società quotata in Borsa che deve rendere conto del proprio operato agli azionisti che le hanno affidato i propri soldi.

Ma non è nemmeno quello il punto, le Corti decideranno e qualsiasi sentenza sarà rispettata.

Ciò che disgusta appunto leggendo le deposizioni è la cosa più nauseante possibile: ovvero che la realtà dei fatti fosse esattamente come veniva dipinta qualche anno fa, e anche peggio considerando le incredibile storie che stanno saltando fuori. Tra le deposizioni dell’ex consigliera Daniela Marilungo, quella dell’ex membro del collegio sindacale Maria Cristina Zoppo, a quella dell’ex segretario Maurizio Lombardo, emergono fatti sbalorditivi: in ordine sparso, dagli avvocati del club che dettano la linea sulla revisione dei conti, ai sindaci in consiglio d’amministrazione che perdono l’audio della riunione per 50 minuti e si sentono estromessi, alla incredibile storia della valigetta contenente le scritture private per i pagamenti che doveva essere sempre a disposizione, ai salari non corrisposti per ultimo a Dybala che non vorrebbe agire per vie legali, ma intanto il suo avvocato se non avrà quanto pattuito tra poche settimane andrà già per carte bollate.

E badate bene. Stavolta non vale più dire “Eh ma sono intercettazioni estrapolate dal contesto”, frase già sufficientemente bypassata dalla circostanzialità di alcuni dettagli.

No. Stavolta si tratta di deposizioni approfondite rilasciate alle autorità da ex dirigenti, su questioni appunto delicatissime come la revisione contabile, o con dettagli scioccanti come la suddetta valigetta pronto uso contenenti le famigerate side letter.

Agitare il concetto di ‘giudizio morale’ è sempre molto peloso: per carità, dovessimo farne una questione morale nel calcio, quasi tutti andrebbero a casa.

Ma comunque vada per la Juve, è evidente la maniera spregiudicata con cui si è gestito in maniera sfrenata la società.

Le plusvalenze le hanno fatte tutti. Ma una cosa era farlo su una o qualche operazione a margine, diciamo per rifinire. Altra cosa renderlo il core business di un club da centinaia di milioni di fatturato.

Est modus in rebus. Esiste una misura nelle cose, oltre i quali confini non può esservi il giusto, diceva Orazio. E questo anche laddove non sia la legge esplicitamente a dirlo.

E’ avvilente leggere le deposizioni degli ex dirigenti della Juventus, perché si apprende di una realtà sconcertante esattamente come si temeva, e questo nonostante chi avesse avvertito in merito venisse tacciato di antijuventinismo. Perché mai disturbare il manovratore, la maglia ha sempre ragione.

Infine, tra i tanti dettagli, ti rendi conto come il karma alla fine torni indietro.

L’ex segretario Lombardo ha raccontato anche di come si facesse mercato anche per ostacolare le altre (di nuovo, è pratica che può accadere, ma sempre se si rimane nell’ambito di quello che si può fare).

Beh, verrebbe da dire tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

Perché nel suo delirio di onnipotenza Paratici aveva preso a marcare a uomo Marotta e l’Inter. E quando i nerazzurri erano vicini a Kulusevski a dicembre 2019, la Juve decise di girare il budget che aveva a disposizione a gennaio per prendere lo svedese e rovinare i piani all’Inter.

Peccato che per farlo, avesse sacrificato l’altra opzione: Erling Haaland.

La vita a volta fa veramente dei giri assurdi.