Pagamento bollo auto 2023, non si salva nessuno: batosta in arrivo. Attenzione alle scadenze, adesso è impossibile ignorare gli avvisi
Era stato preannunciato nelle scorse settimane, sta succedendo davvero. Da qualche giorno infatti a casa degli automobilisti italiani stanno arrivando di avvisi di accertamento. Per cosa? Sono quelli che risultano non aver pagato negli anni scorsi il bollo auto.
Ad occuparsene, nella maggior parte dei casi, è direttamente un settore dell’ufficio tributi all’interno delle Regioni. Infatti con la sola eccezione di Veneto e in Calabria, dove la riscossione del bollo è gestita dall’Agenzia delle Entrate, in tutte le altre zone e Province Autonome (Trento e Bolzano) spetta alla Regione.
Attenzione però, perché se è vero che il bollo auto deve essere pagato una volta l’anno, secondo scadenze ben precise, non arriverà mai nessun avviso come per le altre bollette. Tocca all’automobilista (o al motociclista) sapere quando è ora di pagare e informarsi anche sulla cifra corretta da versare. E nel caso di un’auto nuova diventa tutto più complicato.
Pagamento bollo auto 2023, come controllare chi è in regola
Come fare quindi per verificare l’esatta scadenza, gli importi, ma soprattutto se il pagamento è andato a buon fine e quindi non siamo a rischio? La via più efficace è certamente consultare il sito dell’ACI (www.aci.it) e in particolare il servizio Bollonet.
Sarà sufficiente collegarsi al sito bollo.aci.it e accedere al profilo personale tramite Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi. A quel punto sarà possibile effettuare il pagamento tramite la piattaforma PagoPA.
E questo vale anche per verificare lo situazione del bollo auto. Per poter accedere al servizio bisogna essere in possesso dei dati essenziali, cioé il modello del proprio veicolo, la targa e i dati anagrafici del proprietario. A quel punto quindi si può calcolare l’importo del bollo online, se non è già stato pagato, ma anche verificare la correttezza dell’operazione.
Tutto questo per non incorrere in verifiche e quindi multe da parte delle Regioni. Perché se è vero che il governo Meloni ha previsto la rottamazione di milioni di cartelle esattoriali inevase, l’operazione non copre gli ultimi anni e il bollo auto rientra nelle operazioni che saranno sottoposte a controlli.
Termini scaduti, il bollo auto aumenta: ecco come funziona il ravvedimento operoso
Il termine massimo per il pagamento è entro un mese dalla scadenza. Cosa succede quindi a quelli che non hanno adempiuto? Entro i primi 12 mesi dalla scadenza è previsto il cosiddetto ravvedimento operoso che consente di ridurre le sanzioni, con aumenti proporzionali ma non impossibili da pagare.
Così scatta il ravvedimento veloce qualora si paga nei primi 14 giorni dalla scadenza e poi c’è il ravvedimento il breve se si paga dal 15° al 30° giorno dalla scadenza. E ancora il medio che va dal 31° al 90° giorno dalla scadenza. Infine il ravvedimento lungo va dal 91° alla fine del primo anno dalla scadenza.
E le sanzioni? In ordine partono dallo 0,1% al al 3,75%. Invece a chi paga dopo un anno, ma entro la scadenza del secondo anno sarà applicata una sanzione pari al 4,286%. Chi paga dopo 2 anni dalla scadenza dovrà affrontare la sanzione ordinaria, pari al 30% della tassa dovuta.
Il tempo limite è questo. Quindi chi non paga comunque dopo 2 anni riceverà l’avviso di accertamento da parte della Regione o dell’Agenzia delle Entrate che imporrà di pagare l’imposta più le sanzioni del 30% e gli interessi. A quel punto, se saranno passati 60 giorni, la cartella diventerà definitiva e il riscossore potrà procedere a iscrivere uno dei mesi al fermo amministrativo oppure pignorare i beni come lo stipendio, il conto corrente o il quinto della pensione.