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Categories: Editoriale Calcio

Spalletti sei noioso. Milan, prove di rinascita. Corvino, l’ultimo superstite. Abodi, basta. Non ci meritiamo un altro Spadafora

Peccato che non ci siano più Sandra e Raimondo. Che barba, che noia. Colpa di Luciano. E peccato che non ci sia più neanche il grande Massimo Troisi. Da tifoso del Napoli si perderà uno spettacolo unico, uno di quelli che solo lui sapeva fare. A Reggio Emilia, almeno io, ho avuto una sensazione. Che la festa di Napoli sia iniziata venerdì sera. E conoscendo Napoli, giustamente, continuerà ancora a lungo. Fanno bene. Se la devono godere tutta e ce la godremo con loro. In fondo lo scudetto del Napoli andrà bene a tutti. Sarà quello della meritocrazia. I milanisti dicono "meglio il Napoli che l'Inter". Gli interisti "meglio il Napoli che il Milan", gli juventini "meglio il Napoli che l'Inter". Ci mancano solo che i napoletani dicano "meglio noi che qualcun altro" e siamo a posto. Vince il Napoli ed è una notizia per il calcio italiano ma la notizia è doppia: vince a mani basse per netta superiorità. Spalletti è noioso, ci ha anche stufato. Il Milan campione d'Italia in un mese perde tutto con tutti. L'Inter perde in casa con l'Empoli e pareggia con la Samp ad un passo dalla B. La Juventus fa 0 punti con il Monza. Ci fanno divertire tutte tranne il Napoli che non conosce soste. Almeno in Coppa ha lasciato la mano alla Cremonese. Napoli è il trionfo della competenza e della programmazione. Non ci sono soldi buttati dalla finestra e c'è la competenza di liberarsi dei big e di vincere con i perfetti sconosciuti. Luciano e Cristiano la stanno facendo grossa. Giuntoli è un figlio del calcio di Provincia e questo scudetto dovrà goderselo per tutta la vita.

Il Milan vince alla Max. Pioli come Allegri. Di corto muso le ultime tre. Ben vengano gli 1-0, tre consecutivi. Tutti utili per uscire dalla crisi. Il gioco non ci interessa e ora serve solo non perdere posizioni in classifica. L'Atalanta perde, il Milan vince a Monza e domenica a San Siro ci sarà lo scontro diretto. I rossoneri devono tornare a macinare punti. L'inizio del 2023 è stato troppo brutto per portare il tricolore sul petto. Ma se vai avanti in Champions League e conquisti un posto tra le prime 4 hai comunque salvato la stagione nonostante una pessima Supercoppa e altrettanto pessima Coppa Italia. Maldini deve studiare da grande. Gli errori commessi la scorsa estate non si potranno ripetere la prossima. Questa squadra ha bisogno di rinforzi seri e importanti. Se Cardinale deciderà di non investire, allora, dovrà spiegarci cosa è venuto a fare. Attenzione anche ad un altro fattore: la presenza di Gazidis, seppur silenziosa, era più importante di quello che sembrava. Maldini e Massara fanno la parte tecnica, Scaroni fa politica, a questo club serve un manager o un Direttore Generale che rappresenti al meglio la proprietà.

Sono reduce dalla trasferta di Bergamo. Il Lecce visto con l'Atalanta mi ha impressionato ancora una volta. Era senza Umtiti, Strefezza a mezzo servizio entrato solo nella ripresa e molti calciatori ancora non in condizione. La difesa davanti a Falcone, lo scorso anno, era interamente una difesa di Serie B. Eppure ieri ha fermato la corazzata dell'Atalanta. La perfetta macchina da gol. Corvino, con poco budget, ha fatto un autentico miracolo. Le mosse di mercato sono state tutte indovinate, ha creato valore alla società e ripagato il fiume di entusiasmo che c'è in Salento. In tutto ciò la Primavera sta lottando per il sogno scudetto con tanti giovani pronti a spiccare il volo. I Corvino in Italia sono in via d'estinzione. Gente come Pantaleo non esiste più. Calcio del presente ma anche del futuro con il metodo del passato. Nessun algoritmo ma tanta competenza, conoscenza mondiale e un occhio più unico che raro. L'attenzione del dettaglio, del particolare e la gestione dell'intero gruppo. Di Corvino non ne nasceranno più perché ormai la tecnologia e la presunzione hanno ammazzato tutto. A Firenze l'hanno trattato male e solo ora stanno capendo che uno così andava tutelato. Ma a Firenze sono capaci di far stufare anche Commisso. Il Lecce è uno spettacolo. Squadra allenata bene, con calciatori che hanno il sangue agli occhi ogni partita. Una società fatta in casa con un artefice che quando ci sono stati i problemi ci ha messo soldi e passione. Sticchi Damiani è il Presidente che tutti i tifosi vorrebbero. Lecce se lo gode e lui ha ripagato in pieno la fiducia della gente del Salento. Società lungimirante che premia i propri ragazzi della Primavera facendoli giocare al Via del Mare, anche perché quando lo stadio non è disponibile la Primavera non merita quei palcoscenici dilettantistici. Unico neo: lo stadio. Non dipende dalla società ma, come in tutta Italia, dalla politica. Il Via Del Mare andrebbe rifatto completamente. Udine e Bergamo hanno svoltato in pochi anni. 

Settimana scorsa abbiamo assistito ad un antipatico siparietto. Il Ministro dello Sport non può essere un "nemico" del calcio e non può fare questioni di principio a discapito della serie A. Piaccia o no la Lega di serie A è quella che manda avanti la giostra. Il piano Lotito non era un piano folle, anzi. Datemi il permesso di allungare di due anni i contratti dei diritti tv in essere così bluffo sul mercato e alzo la posta con i broadcaster che oggi, in queste condizioni, possono abbassare il valore del prodotto. Lotito aveva preparato un piano perfetto per tutti e non chiedeva soldi allo Stato o ai tifosi. Chiedeva solo un asso da tenersi nascosto nella manica. Era un piano B. Nessuno l'ha capito e il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, crede di aver vinto la sua battaglia ma sicuramente ha creato un problema al calcio italiano. Di Ministri dello Sport così ne abbiamo già avuto uno: Vincenzo Spadafora. Abodi, per favore, si astenga da queste emulazioni. La politica dovrebbe aiutare il calcio perché dà da mangiare a tante famiglie ed è l'unica vera passione degli italiani. Ostacolare la serie A significa ostacolare tutti noi appassionati. Non siamo con Lotito ma siamo dalla parte di chi vuole far rotolare questo pallone tutte le domeniche. 

Redazione

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