Come non si perde il derby, più che come si vince. Come in Supercoppa, tra Inter e Milan la questione è più gestire il timore.
Anche se in 2 settimane la situazione è tremendamente cambiata: l’Inter è sempre più sicura nei grandi scontri; è in semifinale di Coppa Italia; ha scalato posizioni in classifica e anzi deve stare attenta ai punti buttati contro le piccole.
Il Milan invece si è completamente avvitato: ha preso una sveglia storica contro il Sassuolo e in fila a prestazione sempre peggiori; la squadra va per i fatti propri; quello che doveva essere un progetto destinato a dominare gli anni a venire, è già messo in discussione.
Se in Arabia i nerazzurri arrivavano leggermente favoriti, stavolta sulla carta invece non c’è proprio partita, con l’Inter che gioca bene e deve preoccuparsi della solidità, mentre il Milan visto con il Sassuolo è stato il peggiore degli ultimi 3 anni ed ha fatto una figura semplicemente indecorosa.
Per il classico corollario del derby, le cose si possono ribaltare proprio in favore della sfavorita. Anche se stavolta la vittoria per i rossoneri potrebbe rimanere comunque fine a sé stessa e non fare girare la stagione. Il punto è che i problemi milanisti sono apparsi così endemici da risultare difficilmente risolvibili con una partita e una vittoria seppur prestigiosa.
Ciò non toglie tuttavia che, se non ora quando? Se il Milan non si sveglia domenica dopo aver fatto schifo per un mese, quando mai potrà farlo? Deve reagire, deve.
In condizioni normali, Pioli sarebbe già stato esonerato. Ma con quello che ha fatto, merita il rinnovo fino al 2026 pure se arrivasse quinto per tre anni consecutivi.
Ma il derby può costare il posto a Pioli? Per adesso no, nemmeno se perdesse 6-0. Tanto più che dopo 10 giorni c’è il Tottenham. Ma se perdesse male, potrebbe essere una cambiale a scadenza a fine anno. La situazione è disperata, davvero, e così si spiega l’entrata in gruppo in allenamento di Ibrahimovic: non certo perché Ibra possa dare qualcosa in campo nel derby, ma si spera drammaticamente che il suo carisma possa produrre una scossa e una disciplina a un gruppo che si è sfarinato in maniera così scioccante. E capirete bene che se a febbraio prima di un derby hai bisogno di trovare motivazioni aggregando un Ibra non arruolabile, allora sei messo veramente male.
E l’Inter in tutto questo? Oltre a anestetizzare le emozioni di Skriniar, non teme il Milan ma deve avere paura della propria superiorità: è quella che l’ha tradita l’anno scorso, quando l’eccesso di sicurezza ha consentito che un pessimo Milan potesse aspettare fino al 75’ e fare girare Giroud prima e la stagione poi. L’Inter ha bisogno di cattiveria iniziale (e quella in verità c’è sempre), e soprattutto finale, quella che le consenta di chiudere le partite in senso lato, o pensando alla Supercoppa che le faccia affrontare lo sviluppo del match con identica spietatezza.
A Riyadh pesò quel senso di rivincita per il derby dell’anno prima e mettiamoci anche per la sculacciata di quello di settembre. Per trovare la stessa voracità – assolutamente imprescindibile per le caratteristiche psicologiche del’Inter – Simone Inzaghi dovrà evitare che si possano crogiolare sui sogni arabi di metà inverno.