Futuro Pogba, la Juventus ha preso una decisione definitiva: non è possibile. Il francese ha bisogno ancora di tempo, la società si muove
Non gioca una partita ufficiale da quasi 300 giorni (Manchester United-Norwich 3-2 in Premier League nell’aprile 2022) e nessuno sa quando potrà tornare a farlo. Il futuro di Paul Pogba è un’ipotesi sulla quale lui non ragione ma il club sì.
Anche contro la Lazio il francese ha marcato visita per un nuovo problema muscolare. E così i 10 milioni di stipendio che gli paga la Juventus, anche se con il Decreto Crescita per il club ci sono alcune agevolazioni, di fatto serve solo a far crescere il suo conto in banca.
Gli ultimi esami clinici non hanno evidenziato lesioni ai flessori, ma lui lamenta dolore e Massimiliano Allegri non lo rischia. Anzi, alla vigilia della partita di Coppa Italia quasi rassegnato aveva anticipato che sarebbero serviti ancora 2 se non 3 mesi per rivederlo in buono stato. Come a dire una stagione persa per mille motivi diversi.
In effetti da parte sua ma nemmeno di Raffaela Pimenta che lo rappresenta c’è mai stato finora un passo verso la Juventus, l’ipotesi di tagliarsi almeno una parte dello stipendio. Così toccherà alla nuova dirigenza prendere una decisione, su un contratto lungo fino al 2026. Il suo fisico non dà nessuna garanzia e per questo filtra forte l’ipotesi di una risoluzione del contratto. Per ora solo un’opzione in attesa di vedere cosa succederà nelle prossime settimane.
Il caso Pogba è stato affrontato nel nostro sito partner Calciomercato.it su Tv Play da un esperto come il dottor Fabrizio Tencone. Oggi è direttore del centro Isokinetic Torino che si opccupa soprattutto di riabilitazione (anche di noti sportivi) ma per molti anni è stato medico sociale della Juventus.
“Fisicamente il giocatore nelle ultime stagioni ha dimostrato una continuità non elevatissima. Conosco bene i colleghi della Juventus: prima di dare l’ok al suo acquisto sicuramente hanno valutato tutto. Evidentemente le sue caratteristiche permettevano di dare il via libera. Posso immaginare che l’infortunio al menisco abbia fatto iniziare tutto ciò che è successo dopo”.
E adesso quindi cosa fare? L’affaticamento di per sé rappresenta un problema lieve, ma è difficile giudicare senza avere esami in mano: “Il giudizio positivo o negativo lo darei in base alle condizioni del ginocchio: è quello l’indicatore. Dovendo dare una risposta sul futuro alla società da medico, controllerei soprattutto il ginocchio”.
Pensando a Pogba, la mente di molti tifosi è tornata ad un caso simile anche se erano altri tempi. Nel 2000 il Milan, a caccia di rilancio in Italia e in Europa, aveva fatto un colpaccio convincendo Fernando Redondo a lasciare il Real Madrid per vestire di rossonero.
A 31 anni il centrocampista argentino sembrava ancora nel pieno della sua carriera ed era il giocatore giusto per esperienza e classe in quel gruppo. Poco dopo il suo arrivo però, durante un allenamento, Redondo mise male un piede a terra e gli saltò il crociato anteriore del ginocchio destro. Forse colpa di un carico di lavoro mai affrontato negli anni precedenti, forse il suo fisico era comunque già logorato dai molti km percorsi in campo.
In realtà tra decisioni sbagliate in un primo tempo anche dallo staff e operazioni che l’hanno costretto a stare fermo ai box, l”argentino perse praticamente due anni e anche al suo ritorno non fu lo stesso. Così andò a parlare con Galliani per chiedergli di sospendergli l’ingaggio finché non sarebbe stato in grado di giocare perché si sentiva in debito con il club che aveva puntato su di lui e stava lì ad aspettarlo. Altri tempi, altri giocatori.
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