Formula 1 in lutto, morto un grande della storia moderna. Ancora prima di cominciare la stagione il Circus deve affrontare un doloroso addio
Ancora prima di cominciare con i suoi test ufficiali, la stagione della Formula 1 è stata scossa da un lutto doloroso. A 80 anni è scomparso infatti Jean-Pierre Jabouille, uno dei grandi nel motorismo mondiale anche se i francesi passati alla storia sono stati soprattutto Prost e Arnoux.
Non a caso anche Stefano Domenicali, CEO del Mondiale, ha voluto ricordarlo subito con un messaggio: “Sono rattristato dalla notizia della morte di Jean-Pierre Jabouille. Ha dato così tanto al motorsport e alla F1 e abbiamo a cuore la sua memoria e i suoi successi. I nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici in questo triste momento”.
Un pilota se vogliamo anomalo, questo parigino. Figlio di un noto architetto, aveva cominciato ad appassionarsi al mondo dei motori muovendo i primi passi come venditore alla Citroën, poi nel garage dell’ex pilota Roger Loyer. Intanto però aveva cnhe preso una laurea in ingegneria, sfruttata poi nella seconda parte della sua vita.
Grazie all’aiuto dell’amico Jacques Laffite, anche lui poi arrivato nel mondo delal Formula 1, Jabouille si fece notare come pilota nella 1000 km di Monza a metà degli anni ’60 e poi cominciò con il campionato francese di F3, vincendo tre gare.
La prima vera svolta nel 1976, è quando è diventato campione europeo di F2 al volante di una Elf 2 spinta dal mortore V6 Renault aspirato. Primo Vallelunga e al Mugello, aveva coronato la sua rimonta titolo vincendo l’ultima gara, a Hockenheim, battendo René Arnoux. E così la Tyrrell gli affidò la sua monoposto per il Gran Premio di Francia al Paul-Ricard, chiuso al dodicesimo posto.
L’anno successivo in F1, quattro ritiri e una mancata qualificazione, e da qui nacque anche la sua leggenda di pilota bello e sfortunato. Primi punti nel Mondiale, questa volta con la Renault a Watkins Glen quando chiuse al quarto posto e la certezza che il 1979 sarebbe stato il suo anno. La monoposto francese infatti montava per la prima volta sulla RS10 il motore biturbo. Subito una pole position a Kyalami, ma il bello doveva ancora arrivare, in una giornata che è diventata leggenda.
Il GP di Francia disputato a Digione il 1° luglio 1979 in effetti è ricordato da tutti per un altrro fatto. Quell’incredibile duello ruota a ruota negli ultimi giri tra la Renault di René Arnoux, all’epoca compagno di squadra proprio di Jabouille, e la Ferrari di Gilles Villeneuve che prevalse. Davanti a tutti però c’era Jean-Pierre Jabouille che vinse davanti al suo pubblico.
Poi altra pole a Hockenheim, altre due nel 1980 a Interlagos e Kyalami, ma seguite da altrettanti ritiri. La seconda e ultima vittoria in carriera a Zeltweg, lo stesso anno, ma solo una parentesi dolce in una storia drammatica come dimostrano i 37 ritiri in 49 corse disputate.
L’ultima finì con un incidente al 26° giro del Gran Premio del Canada, a Montreal. Vittima di una sospensione rotta, Jean-Pierre si ruppe le gambe e pose fine alla sua stagione. Aveva già firmato con la Ligier per il 1981, ma i problemi fisici gli impedirono di fatto la prosecuzione.
La seconda parte della sua carriera è stata con le vetture di serie e in particolare la Peugeot 905, per tre volte terzo nella 24 Ore di Le Mans. In seguito prese l’eredità di Jean Todt alla guida della Peugeot Sport, accompagnando l’azienda francese in F1 al fianco della McLaren e mise in piedi anche una sua squadra.
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