Diciamo alcune cose velocissime.
La prima riguarda il Milan. Se passi da “tutto” (o molto) a “nulla” nel breve volgere di un mese, significa che non hai un unico problema, ne hai molti. Ognuno punta il dito contro qualcuno o qualcosa, tutti hanno ragione, il qui presente non ha la minima idea di cosa possa essere successo ma si è fatto la sua idea che prescinde “il momento”.
Il Milan, reduce da una stagione perfetta, ha scelto di replicare il modello 21/22, quello degli investimenti giovani e futuribili ma, così facendo, non ha fatto il salto di qualità.
Gli errori non sono solo relativi ai nuovi giocatori portati a Milano, ma alla tipologia degli stessi. Il Milan non aveva bisogno di altri giovanotti di belle speranze perché, banalmente, ce li ha già; il Milan aveva bisogno di certezze, profili utili per cementare campo e spogliatoio nei momenti complicati come questo. Oh, mica profili da 50 milioni, ché quelli non li può spendere più nessuno, ma qualche giocatore scafato, di quelli che sanno navigare nel mare in tempesta.
Pioli è in difficoltà e qualche errore lo sta certamente commettendo ma, certo, nessuno gli ha dato una mano.
La seconda riguarda il Napoli. In questo caso siamo di fronte a una magia ma anche a tanto imbarazzo. La magia la vede anche una talpa, è lì, tangibile, inutile aggiungere aggettivi e orpelli. L’imbarazzo, invece, è quello del sottoscritto. Cioè, a furia di leggere peana e complimenti – doverosi – mi è tornato in mente quel che si diceva – e dicevo – lo scorso agosto. “Il Napoli lotta per un posto in Europa, alla meglio in Champions ma solo se fa un miracolo”. E altre facezie. E invece non solo giocano come giocano, ma hanno disintegrato il campionato al giro di boa. Quante puttanate si dicono d’estate (io tantissime)…
La terza riguarda la Juve. Non le celebri motivazioni o altre faccende, il campo. Allegri deve prendere una decisione forte, personalissima opinione. La classifica è quella che è, il gioco pure, l’atteggiamento di alcuni “monumenti” evidente. E allora basta mettere in campo “nomi” che in bianconero non avranno un futuro, dentro i ragazzi. Contro il Monza i bianconeri sono stati strazianti nel primo tempo e hanno ritrovato lo spirito nel secondo. Nulla di trascendentale, ma lo spirito si è visto. Questi ragazzi sono il futuro della Juve, Allegri inizi a costruire invece di temporeggiare.
La quarta riguarda l’Inter. Anzi, Skriniar. Diciamo così, c’è modo e modo per dirsi addio e Skriniar non ha scelto il migliore (eufemismo). Partiamo da un dato di fatto: il ragazzo, sul campo, si è sempre comportato da serissimo professionista. Anche fuori in realtà, ma non nell’ultimo periodo. La scelta di andare a giocare in una squadra che ti riempie di grano ed è satura di campioni è stra-legittima, al punto che nessuno l’avrebbe contestata, se annunciata con le giuste maniere. Oddio, qualche tifoso si sarebbe incazzato lo stesso, ma non quanto sono incazzati ora (tantissimo).
Skriniar ha un accordo con il Psg da molto tempo, probabilmente dalla scorsa estate. In maniera molto corretta si è messo a disposizione dell’Inter (potete vendermi e incassare oppure trattenermi e non prendere un euro). E fin qui non c’è nulla da dire, trattasi di decisione legittima. Quello che non va bene è il freddissimo silenzio degli ultimi giorni, trasformato in clamoroso incidente diplomatico nel momento in cui l’annuncio del “tanti saluti” è arrivato per bocca del suo procuratore in diretta tv, tra l’altro mentre il capitano dell’Inter si faceva cacciare dal campo per doppia ammonizione.
Il resto è storia di questi ultimi giorni, con Skriniar che non trova il coraggio di comunicare la sua decisione ai compagni (lo hanno fatto i dirigenti prima del match contro la Cremonese), i media slovacchi che annunciano la firma con i francesi, lui che informalmente smentisce ogni dichiarazione e, ancora, nessuna parola spesa per parlare direttamente alla marea di tifosi che l’ha sempre sostenuto. Ecco, così si passa in un attimo dalla ragione al torto marcio.
E veniamo al mercato. Nel momento in cui codesta articolessa viene pubblicata non c’è notizia rispetto al rilancio del Psg per lo slovacco. E questo significa che salvo sorprese dell’ultima ora il giocatore è destinato a restare – fino a scadenza e senza fascia – e tanti saluti a Demiral, corteggiatissima “toppa” di queste ultime ore. Salvo complicati e imprevedibili ribaltoni dell’ultimo secondo, ripetiamo.
La quinta riguarda la Roma. Anzi Zaniolo. Anzi Mourinho. Il sottoscritto è uno dei più grandi sostenitori viventi di Josè il santo, ma ha commesso un errore. Lo ha fatto anche Zaniolo – mai tirarsi fuori da uno spogliatoio, mai – ma questo non può diventare un appiglio per mettere un ragazzo in pasto alla gente, ché certe situazioni sono orrende.
L’ultima cosa riguarda Gattuso, esonerato dal Valencia. La sua esperienza è finita, è andata male, non è riuscito a trasmettere le sue idee al gruppo e in una società che ha diversi problemi. Peccato, ma il suo valore – per quanto mi riguarda – non cambia di una virgola. Viva Rino, sempre.
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