Il calcio è in lutto, addio a uno storico bomber: tifosi in lacrime. Il suo nome è legato soprattutto al calcio degli anni settanta
Non è un momento tra i più felici per il calcio italiano. Negli ultimi mesi tanti protagonisti del passato, in molti casi fin troppo recente, se ne sono andati lasciando un vuoto che soprattutto tra gli amici più cari e nelle rispettive famiglie non sarà possibile colmare. E’ ancora fresco e lancinante il dolore provocato dalla scomparsa di Sinisa Mhajlovic e Gianluca Vialli, i due grandi interpreti del gioco più amato sopraffatti dal male contro cui avevano combattuto per anni.
Ma prima di loro altri illustri personaggi avevano subito la stessa tragica sorte nel corso del 2022: senza fare un torto a nessuno, ricordiamo l’ex portiere del Napoli scudettato del 1987, Claudio Garella e il capitano della leggendaria Lazio campione d’Italia nel 1974, Pino Wilson. Altri lutti che hanno funestato il nostro calcio e che sembrano non finire mai.
E poche ore fa si è spento un altro dei giocatori che gli appassionati di una certa età non possono non ricordare: stiamo parlando di Vito Chimenti, ex centravanti morto all’improvviso a 69 anni. Nato a Bari nel 1953, aveva vestito le maglie di Matera, Lecco e Salernitana prima di esplodere nel Palermo in Serie B e giocare in Serie A con Catanzaro, Pistoiese ed Avellino (13 gol in tutto). Ha chiuso la carriera nel Taranto in Serie C nel 1985.
Chimenti, pur non avendo mai giocato in squadre di primissima fascia, era conosciuto e celebrato soprattutto per la ‘bicicletta‘, un particolare dribbling con cui alzava la palla di tacco sopra la testa saltando il difensore in corsa: una giocata di classico stampo sudamericano diventata una piccola leggenda di provincia proprio grazie a lui a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, nell’estate del 1985 a soli trentadue anni, Chimenti intrapresa la carriera da allenatore avendo fatto parte degli staff di Salernitana, Foggia, Messina, Matera, Lanciano, Rimini e Virtus Casarano. Era lo zio di Antonio Chimenti, ex portiere di Salernitana, Roma, Lecce, Juventus e Cagliari.
Gli anni migliori di Chimenti però sono stati quelli del Palermo, squadra in cui ha militato dal 1977 al 1979. Resta ancora oggi scolpito nella memoria dei tifosi rosanero uno storico gol alla Juventus in una finale di Coppa Italia. E proprio il club rosanero ha voluto ricordarlo con particolare affetto.
“Se ne va un amico – ha detto il presidente Dario Mirri -, un amico del Palermo e un amico mio. Un animo gentile che ha sempre rappresentato l’amore per questa maglia. Non a caso qualche anno fa abbiamo voluto omaggiarlo con un’opera d’arte al Palermo Museum. Resterà sempre con noi, come il ricordo della sua bicicletta, ormai parte della storia“.
Chimenti era stato anche rappresentante dei tifosi del club nella Consulta d’indirizzo della società in Serie D e nel primo anno in C. Dopo la vittoria di Ascoli, il tecnico rosanero Eugenio Corini e l’attaccante Brunori hanno dedicato a lui la partita.
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