Terremoto Juventus, c’è il comunicato: la spaccatura è ufficiale. Atmosfera molto testa all’Allianz Stadium contro l’Atalanta
La Juventus non ci sta. Pochi giorni dopo la tremenda batosta dei 15 punti di penalizzazione inflittale dalla Corte d’Appello Federale in seguito alla revocazione della sentenza di assoluzione in merito al primo processo per le cosiddette plusvalenze fittizie, la Vecchia Signora fa quadrato. E la nuova dirigenza appena insediatasi promette battaglia con il ricorso che sarà inoltrato al Collegio di garanzia del Coni, come ribadito dal direttore generale Maurizio Scanavino.
Lo stadio intero ha sostenuto per tutti i novanta minuti e oltre Di Maria e compagni contro un’Atalanta arrivata a Torino con grandi ambizioni e confermatasi squadra di rango. Alla fine, lo spettacolare 3-3 maturato al termine di una gara tanto vibrante e incerta quanto ricca di errori, incomprensibile quello commesso da Szczesny in occasione dell’1-0 di Lookmann, ha rispecchiato in sostanza quanto visto in campo.
Sugli spalti invece i tifosi hanno ripetutamente inveito contro le istituzioni del calcio italiano, schierandosi compatti al fianco della società bianconera ma con un distinguo importante: i sostenitori più accesi, gli ultras della Curva Sud dell’Allianz Stadium, hanno preso posizione contro l’ormai ex dirigenza della Juventus, accusandola in modo esplicito attraverso un comunicato pubblicato sui profili social dei vari gruppi che la compongono.
Terremoto Juventus, la spaccatura è clamorosa: gli ultras contro Agnelli
Attraverso una nota congiunta i tre gruppi storici del tifo bianconero – Viking, Drughi e Nab – hanno espresso, anche con toni piuttosto decisi, tutto il loro risentimento nei confronti dell’ex presidente Andrea Agnelli e degli altri dirigenti. Un lunghissimo comunicato il cui nocciolo è il riferimento al figlio di Umberto Agnelli.
“Questa volta è peggio del 2006. In quel caso eravamo veramente incolpevoli. Oggi no. Oggi paghiamo perché questi luridi esseri della dirigenza hanno trattato la nostra Maglia come un oggetto senza anima”.
Subito dopo parte l’atto di accusa nei confronti del nuovo management: “Una cosa resta intatta: la placida riverenza delle nuove dirigenze, di allora come di oggi, che per ritagliarsi il loro spazio e guadagnare il più possibile accettavano la serie B, allo stesso modo in cui oggi sono pronti a far crollare le azioni per agevolare l’uscita dalla Borsa e vendere più facilmente la nostra Juve a qualche altro faccendiere”.
Nessun riferimento invece da parte dei gruppi storici del tifo organizzato alla gestione di Massimiliano Allegri, evidentemente ritenuto del tutto estraneo alle note vicende economico-giudiziarie. Il tecnico livornese, sia prima che dopo la partita, è apparso sereno e pronto a traghettare la nave in tempesta e di guidarla, se possibile, verso acque più tranquille.
Da buon toscano Allegri sta cercando sdrammatizzare l’intera vicenda, con il chiaro intento di tenere unito un gruppo che rischia seriamente di sfaldarsi da qui alle prossime settimane. La bufera che ha travolto la Juventus è stata la prima ma potrebbe non essere l’ultima. Un altro filone d’indagini, quello legato agli accordi sugli stipendi post-Covid, potrebbe provocare un secondo e addirittura più devastante terremoto.
La Juventus è comunque pronta a difendere le proprie ragioni in tutti i gradi di giudizio: la notte è ancora lunga, il futuro quanto mai incerto. Da qui a giugno tutto può ancora succedere.