Ieri sera la Fiorentina ha chiuso la gara contro il Torino tra i fischi assordanti dell’Artemio Franchi all’indirizzo della squadra di Italiano. Uno a zero in favore dei granata piemontesi, secondo KO consecutivo e ottava sconfitta su diciannove gara di Serie A. Una crisi importante che Vincenzo Italiano dovrà impegnarsi a risolvere, anche se le colpe non sono da attribuire esclusivamente al tecnico di Karlsruhe, anzi.
LA VERITÀ DEI NUMERI
La Fiorentina di Vincenzo Italiano alla fine del girone di andata quest’anno ha collezionato 23 punti, segnato solo 21 reti e subite 25. Numeri che oggi le permettono di occupare solo il nono posto in classifica. Un anno fa, alla fine del girone di andata, la Viola aveva ben altri numeri: fino a quel momento aveva totalizzato 32 punti, ben 9 in più rispetto a questa stagione, subito ugualmente 25 reti, ma soprattutto aveva segnato 34 gol, 13 in più rispetto alla stagione in corso. Un confronto impietoso che fotografa la crisi di rendimento del club di Rocco Commisso, la cui espressione ieri sera raccontava il forte disappunto.
ADDII DOLOROSI, RICAMBI SBAGLIATI
I numeri raccontano la realtà, il campo la spiega. Lo scorso gennaio la Fiorentina ha deciso di vendere Dusan Vlahovic di fronte all’offerta da oltre 70 milioni della Juventus. I Viola hanno tentato di sostituire il serbo, che fino a quel momento aveva segnato 16 reti, acquistando Arthur Cabral, che si sommava all’acquisto di Piatek, avvenuto qualche giorno prima dell’addio di Vlahovic. La scelta del brasiliano si è rivelata a posteriori sbagliata vista la scarsa vena realizzativa del brasiliano, così come la mossa estiva del mancato riscatto del polacco ex Milan per provare a giocarsi la carta del rilancio di Jovic. Oltre ad aver perso qualità e gol in avanti, la Fiorentina in estate ha salutato Torreira, probabilmente il miglior giocatore della scorsa stagione. Di fatto l’uruguaiano non è stato sostituito, creando un vuoto di intelligenza tattica e visione di gioco a centrocampo.