Caso plusvalenze Juventus, decisione clamorosa: “Basta, lasciamo tutto!”. In attesa del Coni, a Torino hanno già stabilito le mosse da fare
Un fiume in piene e sarà così anche nei prossimi giorni. Perché da quando, venerdì sera, la Corte d’Appello della Federcalcio ha pronunciato la sentenza sul caso plusvalenze Juventus, l’Italia si è divisa in due. Da una parte i tifosi juventini infuriati, dall’altra il resto che si indigna ma per motivi opposti.
In attesa di capire cosa succederà nelle prossime settimane, però, c’è chi ha già deciso di passare all’azione. Così scatta la prima forma di protesta concreta che non è nei confronti della società, ma di chi usa il calcio per fare business.
Come spiega Il Sole 24 Ore gli hashtag #disdettaDAZN e #disdettasky sono diventati immediatamente di tendenza. In pratica l’intento è quello di colpire il sistema, danneggiando i diritti tv che rappresentano la voce di maggiore guadagno per le società.
In effetti sono arrivate via social anche le prime testimonianze di tifosi juventino che hanno annullato il loro contratto. Non un danno da poco perché come dicono i sondaggi StageUp e Ipsos Juventus vanta circa 8,1 milioni di tifosi in Italia. E i dati degli ascolti tv dimostrano che molte delle partite con i più alti ascolti in tv vedono i bianconeri in campo.
Questa sera la squadra di Massimiliano Allegri tornerà in campo all’Allianz Stadium contro l’Atalanta e c’è curiosità per vedere come reagiranno i tifosi allo stadio. Una prima conferma è arrivata dalla Curva Sud che sul proprio profilo social ufficiale ha pubblicato un comunicato che spiega lo stato d’animo attuale
Secondo la curva, la dirigenza “aveva come unico scopo quello di ridurre la storia sportiva di una società leggendaria ad una mera operazione economica, un prodotto da piazzare sui mercati internazionali come una qualsiasi bibita”.
Nel mirino quindi ci sono soprattutto gli ex dirigenti, spariti con il nuovo Cda. “La verità è che 15 punti di penalizzazione, stare fuori dall’Europa e tutto quello che succederà ancora, sono solo la punta di un iceberg rispetto alla reale condanna”. E poi ancora: “Questa volta è peggio del 2006. In quel caso eravamo veramente incolpevoli, oggi no, paghiamo perché la dirigenza ha trattato la nostra maglia come un oggetto senza anima”.
Intanto però la nuova società si sta muovendo per arginare le perdite. Come spiega Tuttosport è già stata attivata una specie di unità di crisi per organizzare al meglio la difesa. Il primo passo sarà quello di presentare ricorso al Collegio di garanzia dello sport presso il Coni, per chiedere l’annullamento della sentenza.
Entro dieci giorni dalla sentenza usciranno le motivazioni del verdetto emesso dalla Corte Federale d’Appello. A quel punto ci saranno 30 giorni dnei quali la Juve potrà entrare nel merito e presentare tutte le sue controdeduzioni.
Ma è solo una tappa, perché il 27 marzo è in programma l’udienza preliminare al Tribunale di Torino per l’inchiesta Prisma, quella che ha provocato il nuovo tsunami. Il rischio maggiore per la Juventus arriva in realtà dalla manovra stipendi ai tempi della pandemia legata alla rinuncia, reale o presunta, da parte dei giocatori e dello staff.
E poi sullo sfondo c’è la Uefa che ha da poco aperto un’inchiesta sui conti della Juventus ma aspetta gli esiti della procura torinese prima di muoversi. Il rischio di esclusione dalle coppe però resta concreto.
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