Tennis

Jannik Sinner ha un segreto, così arriverà nella top five mondiale

Jannik Sinner ha un segreto, così arriverà nella top five mondiale. Il campione altoatesino atteso da Tsitsipas agli Australian Open

Se le battaglie esaltano le qualità dei campioni, Jannik Sinner agli Australian Open 2023 è sulla buona strada. L’altoatesino è rimasto l’unico azzurro ancora in corsa e per capire se arriverà alla seconda settimana dovremo aspettare domenica 20, lo scontro con Stefanos Tsitsipas. In tanto però abbiamo scoperto il segreto che lo porterà tra i migliori al mondo.

Jannik Sinner ha un segreto (Sportitalia.it)

Sinner ha superato uno scoglio importante, non tanto per la classifica dell’ungherese Marton Fucsovics, quanto per il, fatto che con lui aveva sempre fatto fatica. Tradizione confermato, ma alla fine di cinque set battagliati l’ha spuntata lui 4-6 4-6 6-1 6-2 6-0 dopo quasi tre ore e mezza di gioco. Più agevole invece il compito di Tsitsipas che ha battuto in tre set l’olandese Tallon Griekspoor (6-3 7-6 6-2).

E così la storia si ripete identica, un anno dopo. Nel 2022 Sinner-Tsitsipas era stato uno dei quarti di finale e il greco aveva dominato giocando una partita sublime, vinta 6-3 6-4 6-2. Poi si erano ritrovati ancora una volta nei quarti, ma agli Internazionali d’Italia e aveva di nuovo vinto il greco in due set.

Il match è in programma domenica ma non c’è ancora l’orario ed il campo. Considerando però che sarà una delle partite più attese è facile immaginare la sua collocazione nello stadio principale, la Rod Laver Arena, probabilmente nella serata australiana (la mattinata italiana).

Jannik Sinner ha un segreto: “Sentivo che dovevo cambiare qualcosa”

Jannik Sinner ha faticato molto nei primi due set non riuscendo ad esprimere tutto il suo potenziale e così ha lasciato strada libera al gioco di Fucsovics. Poi però quando è riuscito a resettare il cervello e a liberare i suoi colpi non c’è stata più partita e lo dimostrano i parziali dei tre set conclusivi.

Anche lui in sala stampa ha ammesso le difficoltà iniziali e spiegato come ne è venuto fuori: “Sentivo che dovevo cambiare qualcosa, non riuscivo a chiudere i punti. Però ho fatto una buona preparazione atletica in inverno, questo mi ha aiutato molto nella rimonta, più passava il tempo e più mi sentivo bene“.

Jannik Sinner è felice (Sportitalia.it)

Il bolzanino ha ammesso di aver preparato con il suo staff un certo piano tattico, cambiato in corsa per riuscire a venir fuori dal buco nero in cui si era infilato. Ancora di più perché Fucsovics lo conosce bene e si allenano spesso insieme.

A fare la differenza rispetto al passato è stata la presenza costante e produttiva del suo staff a cominciare dal coach, Darren Cahill. “Lui è arrivato qui con tutta la famiglia. Senza il mio team non potrei mai giocare a questi livelli, li ringrazio per tutto”.

Svelato il segreto di Jannik Sinner, solo così può lottare conto i migliori al mondo

Un anno fa agli Australian Open era finito il rapporto tra Sinner e il suo storico allenatore, Riccardo Piatti. Da allora lo segue costantemente Simone Vagnozzi (ex tecnico di Marco Cecchinato) che adfesso è diventato la spalla di Cahill per tutta la preparazione.

Intervistato da Ubitennis ha svelato il vero segreto del suo attuale momento, confermando le parole del campione. Ha ammesso che rispetto a quando hanno cominciato a lavorare insieme, il fisico di Jannik è cambiato. “Oggi ha tre chili di muscoli in più, questo miglioramento è volto a fornirgli una struttura fisica che lo protegga un po’ di più. È verosimile pensare che questo sviluppo del fisico abbia fatto sì che l’infortunio patito ad Adelaide non sia stato così grave”.

Simone Vagnozzi (Sportitalia.it)

Il clima nel team è sereno, nella preparazione invernale hanno lavorato sodo, i programmi per la stagione sono importanti e con una novità: “Faremo giocare qualche partita in più in doppio a Jannik. Consente di giocare una partita di rodaggio prima dell’esordio in singolo, anche se ad Adelaide non è stato così, e poi si può usare per migliorare in alcuni aspetti del gioco come servizio, risposta e anche la volée”.

Federico Danesi

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