Ciclismo

Morto all’improvviso, era con Nibali nel Tour del trionfo: shock totale

Morto all’improvviso, era con Nibali nel Tour del trionfo: shock totale. A soli 40′ anni se ne va Lieuwe Westra, grande gregario dell’Astana

Scene di un ciclismo che non c’è più anche se se sono passati meno di nove anni. Vincenzo Nibali in trionfo sugli Champs Elysées alla fine del Tour de France 2014. E al suo fianco tutta l’Astana con Jakob Fuglsang, Andrij Grivko, Dmitrij Gruzdev, Maksim Iglinskij, Tanel Kangert, Michele Scarponi, Alessandro Vanotti e Lieuwe Westra.

Morto all’improvviso, era con Nibali nel Tour del trionfo (Sportitalia.it)

Oggi però il ciclismo piange proprio il colosso olandese, perché Lieuwe Westra è stato trovato morto all’improvviso nella sua azienda. A nulla sono serviti i soccorsi, a soli 40 anni uno dei gregari più fidati di Nibali in quel Tour se n’è andato.

Westra era stato decisivo in diverse tappe di quella edizione della Grande Boucle ma in una in particolare. Perché la quinta arrivava ad Arenberg, attraversando ben nove tratti di pavé che fanno anche parte solitamente della Parigi-Roubaix. Nel finale insieme al messinese erano rimasti Fuglsang e Westra che con al sua potenza aveva promosso l’azione decisiva per staccare due grandi specialisti del pavé come Cancellara e Sagan. Così Vincenzo era arrivato terzo nella tappa vinta da Lars Boom e aveva allungato in classifica.

Morto all’improvviso, era con Nibali nel Tour del trionfo: Westra aveva solo 40 anni

Una delle tante imprese di Lieuwe Westra che era nato in una famiglia di grandi appassionati di ciclismo ma ci aveva messo un po’ per arrivare nel giro che contava. Il primo contratto da professionista infatti era arrivato a qausi 26 anni con la Vacansoleil, una formazione che allora era Professional.

Da allora però aveva dimostrato tutte le sue doti di grande passista e di ottimo cronoman. Con le maglie di Vacansoleil e Astana era stato due volte campione olandese a cronometro e aveva anche vinto tappe al Giro del Belgio nel 2011, alla Parigi-Nizza l’anno successivo, poi al Giro della California al Giro della Catalogna e al Critérium du Dauphiné poco prima di quel Tour trionfale.

Nel marzo 2016 il suo ultimo squillo: vinse la classifica generale della Driedaagse De Panne – Koksijde grazie a un terzo e a un quarto posto parziali ma nella seconda parte di quella stagione fu spesso fermo spesso, fermandosi di fatto dopo il Tour de Suisse disputato a giugno.

Doveva ripartire in gruppo lìanno successivo, ma a gennaio 2017 annunciò a sorpresa il suo ritiro immediato dalle competizioni a causa di una forma di depressione. Un male che lo ho accompagnato per diversi anni anche se non è necessariamente legato alle cause della sua morte prematura.

Lieuwe Westra, il dramma personale raccontato nella sua autobiografia senza sconti

Nella sua recente autobiografia aveva ammesso in effetti di aver sofferto di disturbi mentali e depressione nel corso della sua carriera. Già attorno ai 15 anni, Lieuwe era stato coinvolto in un giro di droga e per diversi anni non è riuscito a disintossicarsi. Lo sport però era stato una forma di riscatto e di ribellione ad una situazione che rischiava di opprimerlo

Il suo soprannome “The Beast” (cioé “La bestia”) derivava dalla sua capacità di soffrire e uscire vincitore anche dalle situazioni più difficili. Ma dal 2017 in poi, anche a causa di una relazione finita male, la depressione è tornata a farsi viva.

La Astana al Tour 2014 (Sportitalia.it)

Aveva raccontato tutto qualche tempo fa a L’Equipe: “Mi sono fatto dare alcuni certificati medici con il pretesto di un falso infortunio, ad esempio un’infiammazione di un ginocchio. Ho iniettato cortisone per andare più veloce. La gente dice: “Perché usi il tramadol (un antidolorifico)? Perché un inalatore? Non hai l’asma”. La risposta è semplice: perché è permesso e perché vuoi fare meglio. E perché se non lo faccio io, lo farà qualcun altro. Questo è ciò che pensa un ciclista”.

Federico Danesi

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