Ero a Lecce. Arrivi e trovi il vento, anche il freddo. Ad inizio partita il diluvio universale. Non era la solita Lecce. Poi, però, nei primi minuti si è capito subito che chi era diverso non era Lecce città ma il Milan. Sicuramente i meriti della squadra di Baroni sono oggettivi ed evidenti ma, come spesso accade in questi casi, la notizia è che il Milan era inguardabile. Come a Bergamo, l'ultima volta, quando Pioli a rischio esonero ne prese 5. Una bambola completa. Schiaffi da destra e sinistra. Il Milan non si può permettere di approcciare così alle partite. Non si può permettere di snobbare il Lecce. Perché avrebbe dovuto farlo? Per uno scudetto cucito sul petto? Follia. Il Lecce si conferma ammazza grandi. Con la Juve perde solo per una magia di Fagioli, con l'Inter la perde al 94', a Napoli ha pareggiato e a Roma perde perché un arbitro lo lascia in dieci senza spiegazione. Il Milan del primo tempo è stato imbarazzante. Sarebbe stato bello avere una telecamera nello spogliatoio a fine primo tempo. Si parla di urla, insulti e dura presa di posizione del Mister. Giustamente Pioli è corso ai ripari ma, adesso, deve stare attento anche lui perché quello che era il gruppo spettacolo dello scudetto si sta disunendo. Non sono belle le immagini in campo di calciatori che si mandano a quel paese e una difesa che prende imbucate da destra e da sinistra. La reazione del secondo tempo è una tachipirina 500 in vista della Supercoppa con l'Inter. Fondamentale. Arriva nel momento peggiore/migliore. Arriva dopo una assurda rimonta subita con la Roma, una altrettanto assurda eliminazione in Coppa Italia con il Torino e un raccapricciante primo tempo a Lecce. Se Pioli vince tutti si dimenticheranno delle tre partite precedenti ma se dovesse perdere a Casa Milan siamo pronti a dichiarare l'ufficiale stato di crisi. La squadra non è quella dello scorso anno, ha perso la magia e sembra tornata maledettamente "normale". Quando vinci sappiamo tutti che confermarsi è sempre più difficile che affermarsi. Si salva solo Bennacer, il protagonista del rinnovo di contratto. In questa squadra mancano gli uomini: Maignan e Ibra su tutti ma è pesata maledettamente anche la personalità di Tonali in mezzo al campo in una partita normale come quella di Lecce. Inutile tornare a parlare di mercato. Il Milan ha sbagliato e lo sanno anche i dirigenti stessi ma più che i nostri giudizi ci sono quelli del campo. Origi è entrato male anche in Salento.
A proposito. Per un Milan in difficoltà c'è un Lecce che ha conquistato un altro punto fondamentale per la salvezza. La squadra di Baroni ha fatto uno dei primi tempi più belli della serie A di quest'anno. Di Francesco ha graziato il Milan altrimenti poteva essere un netto 4-0 al 45' e nessuno avrebbe avuto la possibilità di lamentarsi. Il Lecce gioca da grande ma soprattutto si diverte con la testa libera. Il lavoro di Baroni è l'emblema della stagione giallorossa. Le difficoltà del Presidente che vengono ripagate con successi e trionfi. Peccato per il calo nella ripresa ma se affronti i Campioni d'Italia non puoi pretendere che non abbozzino una mezza reazione che puntualmente c'è stata ed è coincisa con il calo fisico dei padroni di casa. Grande prestazione di Umtiti, al quale vanno le mie scuse. A lui e Corvino. Lo consideravo un acquisto alla Fabregas (Como). Quelli da nome, a fine carriera, e infortunati che io odio. Invece il Lecce prima l'ha rimesso in piedi e poi lo ha rilanciato. Lui, professionista esemplare, sta facendo crescere Baschirotto e tutta la difesa salentina.
Venerdì abbiamo scritto un pezzo di storia del nostro calcio. Il Napoli è padrone del campionato e dobbiamo stare tutti zitti. Saviano compreso. Saviano in primis. Non ci sono complotti. Quando il Napoli ha perso lo scudetto è stato per colpe proprie o per merito di altri. Ma oggi… gli altri siamo noi. Comanda Napoli e comanda meritatamente. Prima del Mondiale si diceva "non reggerà", dopo il mondiale "in Primavera crollerà". Spalletti aveva bisogno di calciatori forti e bravi ragazzi. Le prime donne, lo dice la sua storia, non le vuole nello spogliatoio. Il Napoli è uno spettacolo per bellezza e concretezza. Giuntoli è l'artefice, De Laurentiis il cervello e la costanza, Spalletti il grande finalizzatore. Solo il Napoli merita questo scudetto. Sempre il Napoli ha meritato di stare avanti. Gioca un altro calcio e venerdì ha dimostrato che questa è una squadra quasi perfetta, senza grandi nomi ma con tante belle idee.
La Juventus si era autoconvinta che potessero bastare prestazioni indecenti per andare avanti in classifica. In questa serie A basta anche questo ma, alla lunga, il campo ti presenta sempre il conto. Allegri non fa giocare la Juventus a calcio. I calciatori li ha ma non c'è mezza idea in questa squadra. Manca la gestione del gruppo e il mercato è stato totalmente improvvisato e i risultati sono evidenti. Oggi non hai grandi alternative. Devi arrivare a fine campionato e poi, sicuramente, cambiare anche guida tecnica. Dispiace per il contratto e per l'ennesimo bagno di sangue economico ma non c'è futuro con Allegri in panchina. La Juve deve azzerare tutto. Dopo i vertici societari vanno cambiati Direttore Sportivo e allenatore. Intanto inizia una settimana complessa che si concluderà a Roma, venerdì, con il processo plusvalenze. La società rischia pesante ma l'unico obiettivo concreto deve essere partecipare alla prossima Champions League.