Un carattere che per anni è stato da modellare, una fede profonda e radicata, un talento evidente sin dai più teneri tocchi al pallone. Mychajlo Mudryk era destinato a diventare grande prima ancora che lui stesso potesse rendersene conto. Nato a Krasnohrad, il classe 2001 ucraino ha mostrato quasi subito doti speciali, di quelle che si riscontrano con rara frequenza. Gli inizi nel Metalist, la parentesi col Dnipro, l’approdo allo Shakhtar a 15 anni, con i minatori che avevano intravisto in lui quelle scintille di talento che oggi brillano agli occhi dell’Arsenal. Ma non è stato un percorso lineare, anzi. All’esordio in prima squadra con Paulo Fonseca nel 2018 hanno fatto seguito due esperienze in prestito, più legate all’atteggiamento che alla reale necessità di crescita.
Il cambio di passo
“Non aveva la mentalità che si richiede ai giovani calciatori”, ha detto di lui Tomas Stepanenko, capitano dello Shakhtar. Un approccio totalmente cambiato tre anni dopo il suo arrivo a Donetsk, come ammissione dello stesso compagno di squadra. A ostacolare la dispersione del talento ha contribuito, più di chiunque altro, Roberto De Zerbi, con cui Mudryk è diventato prima centrale e poi imprescindibile. “È uno dei migliori giovani in circolazione. Se non riuscirò a portarlo ad alto livello, la considererò una sconfitta personale”, aveva dichiarato qualche mese fa. Ad alto livello ci è già arrivato e l’interesse dei grandi club europei lo dimostra. Doti tecniche evidenti, prezioso in rifinitura, letale anche negli ultimi metri, dopo aver lucidato una finalizzazione che in passato era sempre rimasta lievemente opaca. A questo si aggiunge una velocità rara e un’accelerazione unica, che mettono spesso in difficoltà letture difensive apparentemente semplici. “Un Arjen Robben allo specchio”, l’ha definito così The Athletic.
Il futuro
La grande stagione in Champions League quest’anno (tre gol e due assist in sei partite), in cui anche i più disattenti si sono resi conto del suo talento, ha fatto impennare il prezzo del suo cartellino, con l’Arsenal che ora sta arrivando a un felice epilogo dopo due offerte rimandate al mittente. Con la chiara volontà del giocatore sullo sfondo. “Se qualcuno vuole Mudryk, deve pagarlo. I club interessati devono mostrarci rispetto”, ha tuonato Darijo Srna, direttore sportivo dello Shakhtar. Mudryk è volato in Turchia con la squadra per completare la preparazione invernale, ma l’esito della trattativa difficilmente sarà diverso. Con l’infortunio di Gabriel Jesus, nel nord di Londra ora sono pronti ad accelerare per l’esterno ucraino, ormai pronto a diventare grande. Perché se l’atteggiamento giusto è arrivato tardi, il talento c’è sempre stato. Era solo una questione di tempo.