Addio Vialli, l’annuncio di una struggente promessa mette i brividi: “Lo faremo per lui”. Sono trascorsi cinque giorni dalla scomparsa dell’ex bomber
Sono passati già un manciata di giorni dalla scomparsa, prematura ma in buona parte prevedibile, di Gianluca Vialli. A soli 58 anni l’ex centravanti di Sampdoria e Juventus è stato sopraffatto dalla malattia che lo aveva colpito cinque anni fa. E in tanti oggi piangono un amico fraterno o uno stimato collega che lascia comunque un patrimonio di inestimabile valore in termini di bei ricordi, straordinari momenti condivisi insieme e di sogni, alcuni dei quali ancora da realizzare.
Uno dei più direttamente colpiti dalla scomparsa di Gianluca Vialli è il suo ex gemello del gol ai tempi della Sampdoria, l’attuale commissario tecnico Roberto Mancini. Insieme, per otto lunghi anni, hanno contribuito a costruire uno strepitoso e ineguagliabile ciclo di vittorie. Gli anni d’oro della Samp del presidente Paolo Mantovani, quasi due lustri che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del club ligure.
E sono proprio quelli del ‘Mancio‘ i pensieri e e i racconti più sentiti, struggenti e profondi soprattutto sull’uomo Vialli. Due grandi campioni conosciutisi poco più che adolescenti e diventati amici fraterni: un legame che in quarant’anni non si è mai spezzato, condensato in quell’abbraccio commovente nel momento del trionfo agli Europei dello scorso anno.
Addio Vialli, il racconto struggente di Roberto Mancini commuove tutti
Intervistato dalla redazione del celebre programma di Rai Uno, ‘Porta a Porta‘, ideato e condotto dal giornalista Bruno Vespa, il commissario tecnico azzurro ha fatto venire la pelle d’oca nel suo lungo excursus sul rapporto di amicizia probabilmente unico tra lui e Ginaluca Vialli.
“Abbiamo vissuto molti anni insieme e forse gli anni più belli, quelli della gioventù. Ci siamo conosciuti, ci siamo amati come fratelli parlando con rispetto per i suoi fratelli. In questo momento non è facile, però penso che Luca vada ricordato anche per il ragazzo che era”.
“Noi vivevamo in simbiosi, per alcuni anni abbiamo anche abitato assieme, poi vicini, mangiavamo a pranzo assieme ed anche a cena, sono stati dieci anni intensi. Quando le nostre strade si sono divise non ci siamo sentiti per un pò, ma un amico è per sempre e quando ci siamo rivisti era come se ci fossimo visti il giorno prima“, ha ricordato Mancini.
“Ci siamo sempre divertiti, i ritiri erano i momento più belli, sono contento di essere stato amico di Luca, ragazzo pieno di gioia, allegro. Mi disse che dovevamo vincere i Mondiali del 2026 e che sarebbe stato con noi. Sicuramente ci sarà molto vicino“, ha aggiunto il ct azzurro, particolarmente commosso nel raccontare il loro ultimo incontro.
E’ questa sorta di ultimo desiderio espresso quasi in punto di morte dall’ex bomber cremonese che resterà come una sorta di testamento professionale. Un sogno che ora spetterà quasi certamente allo stesso Mancini riuscire a rendere concreto. Non sarà facile per l’Italia fregiarsi del quinto titolo iridato tra tre anni e mezzo, ma con questa carica emotiva nulla è precluso.