Eccoci qui con l’anno nuovo ma, soprattutto, con il ritorno della Serie A. E del calciomercato.
Partiamo dal secondo, dal calciomercato: non c’è un euro. Fine dell’argomento. Anzi no, c’è ancora qualcosa da dire: guai a chi spende. E lo diciamo ad alta voce: guai-a-chi-spende. E non parliamo delle 3 o 4 società – non di più – che da tempo hanno messo i conti al primo posto e possono pensare di dare una sistemata alle loro rose, ma a tutti gli altri, agli spreconi, agli scialacquoni, ai Lucignolo del calcio italiano chiamati infine a un doveroso atto di responsabilità: basta puttanate, basta acquisti accazzo, basta “compro questo e poi vedremo come rientrare”. Basta.
Basta grattare la pancia ai tifosi che “vogliamo questo e quello”. I tifosi fanno i tifosi e pretendono come è normale che sia, gli amministratori devono fare altro, per esempio trovare il modo di dare un valore al prodotto “calcio italiano”, unica strada per poter tornare a incassare e, quindi, investire. Ma siamo ancora lontanissimi da un qualsivoglia livello di normalità.
Ecco, ci sono club che pur con colpevole ritardo hanno finalmente intrapreso la strada del “più” davanti alla voce entrate/uscite, ora lo facciano anche quelle che per troppo tempo se ne sono fottute. “Sì ma così quando torniamo a vincere?”. Quando saremo sani, quando avremo una visione più logica delle cose, ora siamo malati gravissimi e dobbiamo semplicemente “curare”. E speriamo che la cura funzioni, tra l’altro.
(Mentre scrivevamo queste quattro boiate, ha parlato Evelina Christillin, membro del consiglio della Fifa per l'Uefa e tifosa della Juventus: “Prima di tutto è giusto che la proprietà rimetta a posto i conti, è l'obiettivo primario. Per questo motivo non credo ci sarà un gran mercato, o parametri zero o niente. Investire sui giovani non solo è una cosa positiva ma è anche una necessità. Non solo non si potrà comprare, ma temo bisognerà anche vendere". Ecco. Sia chiaro, vale per tutti quei club che per troppo tempo hanno giocato con i conti).
E dopo sta pappardella passiamo al gran ritorno del campionato. Il quesito che rimbomba è sempre lo stesso: “Cosa accadrà ora, dopo un mese e mezzo di stop? Cambieranno tutti gli equilibri?”. A questa domanda potrà dare risposta solo il campo, ché qui nessuno è Nostradamus, meglio badare alle certezze: Inter-Napoli in programma domani sarà decisiva. Poche balle. E ovviamente lo sarà non tanto per i ragazzi di Spalletti, ben sistemati lassù in cima alla classifica, semmai per i nerazzurri: le risicate speranze scudetto passano solo e soltanto da una vittoria, viceversa addio sogni di gloria. Vi diranno che non è così, ma è così.
Ah, su Skriniar siamo alle solite. La risposta relativa alla proposta da 6 milioni più bonus è attesa entro metà mese, ovvero prima della partenza della squadra per l’Arabia Saudita. Né ottimismo, né pessimismo… banalissima – e snervante – attesa.
Un paio di cose.
La prima. Acerbi ha mandato un videomessaggio al bimbo picchiato dal compagno della nonna lo scorso 19 dicembre e ancora ricoverato a Genova. Ha detto così: “La tua Inter è con te. Quando sarai guarito conoscerai tutti i giocatori. Forza, San Siro ti aspetta". Un messaggio semplice e allo stesso tempo importantissimo. I calciatori hanno un potere enorme, bravi quelli che lo sfruttano come si deve. E quindi sì, bravo Acerbi.
La seconda. Beato Ronaldo. “Sì ma va a giocare alla periferia dell’impero”. È vero. “Sì ma così dice addio alla carriera”. È vero. “Sì ma…”. È tutto vero. Ma beato lo stesso.
Infine Antonio Conte. Ha perso (anche) contro l’Aston Villa. E per il suo Tottenham sono 25 gol presi. Troppi per uno che pensa alla fase difensiva come dogma assoluto. Poi ha detto cose come “valiamo il quinto posto”, “non bisogna prendere in giro i tifosi”, “siamo questi”, “altri investono centinaia di milioni” eccetera eccetera. La consueta tiritera.
Ecco, si è parlato tanto di quel che ha perso l’Inter da quando Conte se n’è andato, molto meno di quel che ha perso Conte da quando ha lasciato l’Inter. La verità è che costruire gruppi vincenti non è semplice e lui c’era riuscito alla grande, lasciare è stato un errore. Non lo ammetterà mai, ma è così.
E ora, il messaggio più importante, quello che tutti noi aspettavamo da settimane e settimane e settimane. Eccolo: avete fatto la formazione del Fantacalcio? Ah, che meraviglia…
Buon ritorno alla normalità. Si fa per dire.