L’Inter è l’Inter: scandiamo bene per chi non lo avesse capito. E tra questi signori probabilmente c’è Steven Zhang che avrebbe potuto risparmiarsi la battuta dei famosi 5 euro da dare a Piero Ausilio per il mercato di gennaio. Definirla di cattivo gusto è troppo poco, semplicemente perché non andava fatta. Dice il saggio: ma era un clima goliardico, adesso non fate i professoroni del piffero e i moralisti dei nostri stivali. Eh no, proprio quello è il problema. Nessuno vuole travestirsi da moralista, ma piuttosto ricordare al giovane Zhang che l’Inter è l’Inter. Nessuno immagina che abbia dimenticato la storia nerazzurra, anzi probabilmente la conosce a memoria e la potrebbe recitare come la poesia di buoni propositi dell’ultimo giorno dell’anno (oppure del primo di quello nuovo, è la stessa cosa). E proprio per questo motivo avrebbe dovuto evitare, non scherziamo con le cose serie. Se proprio il giovane Zhang fosse in vena di battute, potremmo organizzare un “cabaret d’annata”, ma a patto di specificare prima che sarebbe una roba di puro cazzeggio. Al posto di Zhang ci sarebbe stata da fare una cosa, altro che cinque euro… Siccome la scorsa estate aveva detto, non mandato a dire, che Skriniar non sarebbe partito e che 50 milioni sarebbero stati pochi per una cessione al Paris Saint-Germain, cosa avevano giustamente preteso da lui i tifosi che devono vivere ogni sessione di mercato in apnea? Una bella offerta a settembre, pochi giorni dopo la chiusura estiva del mercato. Una proposta “senza limiti”, uscendo dal tetto dei 6 milioni e raggiungendo quello dei 10 a stagione. Qual è l’obiezione, che si sarebbero ribellati i vari Brozovic e soci? Ma in quel caso si trattava di una situazione particolare, nessuno avrebbe potuto lamentarsi, bisognava mettere i soldi sul tavolo e accontentare Milan senza se o ma.
Adesso, noi auguriamo a Zhang di avere una fumata bianca entro poche settimane, altrimenti sarebbe indifendibile. E nessuno potrebbe dare la colpa a Marotta o Ausilio, per un motivo chiaro anche ai bambini di due anni: gli uomini mercato, magari travestiti da amministratori delegati, mica devono mettere loro i soldi e pareggiare il budget quando non basta. È la proprietà che deve caricarsi la zavorra sulle spalle, senza lamentarsi. Quindi anche 10 milioni a stagione, se fossero serviti per Skriniar dopo il no alla cessione estiva, una somma che avrebbe dovuto stanziare la proprietà. Per dover fare i conti della serva, mille problemi in ogni sessione, l’Inter ha perso Bremer e ha salutato Dybala, già questi errori imperdonabili. Adesso bisognerebbe evitare di fare tris o poker, soprattutto basta con questa storia che ogni sessione debba essere quella di un pezzo da novanta da sacrificare. Si capisce abbastanza quando devi farlo per quattro o cinque finestre di mercato, ma sempre no. L’Inter è l’Inter: come fa a trovare continuità se il giocattolo va sempre smontato e rimontato? Zhang eviti di chiedere miracoli a M&A (Marotta più Ausilio) senza soluzione di continuità. E i cinque euro li dia come mancia al bar, ammesso che bastino.
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