Leao, le chiavi sono lì sul tavolo. Rafa deve decidere se prendersi la responsabilità di guidare il Milan a nuovi trionfi o andare a cercare solo ed esclusivamente i soldi altrove. E siccome sempre più persone gli stanno ponendo la questione così, Leao è ogni giorno che passa più convinto di voler restare in rossonero. Se non ci fosse la famosa multa da 19 milioni da pagare, forse sarebbe già tutto fatto. Quel debito con lo Sporting è stato l’origine di tutti i problemi. Poi sono arrivate le mille procure: Dimvula, Mendes e compagnia. Ecco perché non è esagerato parlare di due ere ben separate, di un segreto del successo ben chiaro. C’era un Leao prima di Stefano Pioli, gestito in maniera disastrosa in campo come fuori. E c’è un Leao dopo Pioli, dopo Reggio Emilia e dopo Paolo Maldini.
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Dopo un Mondiale in Qatar che gli ha mostrato ancora una volta, fatti alla mano, che la maturazione è tutt’altro che finita. Che il percorso per diventare una stella di primo livello non è nemmeno ancora a metà. E che c’è solo una maglia al Mondo con cui può procedere spedito nel firmamento dei migliori. Quella rossonera.
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