Cadono come i birilli e quando inizia a cadere uno il rischio è che siano 2, 3, 4 o anche tutti insieme. In due giorni sono arrivate le dimissioni. Cade soprattutto un pilastro per il Presidente della Figc, Gabriele Gravina. Il numero 1 della Lega Pro, Francesco Ghirelli, alza bandiera bianca. Era ora, ci verrebbe da dire. Paga l'ultima proposta senza senso sul cambio format della serie C. La divisione a 200 gironi ma senza modificare il numero o il format realmente. Ghirelli si è dimesso e, almeno, su questo fronte gli va dato atto che lui l'abbia fatto, gli altri no. La Lega Pro cambia e, forse, stavolta il cambiamento è serio. Deve cambiare il Presidente ma deve cambiare anche management e dipartimento legale. Insomma, serve una rifondazione in tutti i settori. Ghirelli ha sbagliato tanto. Doveva portare innovazione, invece, si è trasformata nella brutta copia del compianto Macalli. Doveva rappresentare la rottura, invece, sarà ricordato solo per i numerosi taxi presi da Firenze a Gubbio. Non è stato il Presidente dei club ma è stato Presidente di un'idea di calcio tutta sua che non ha pagato ed è stato, poi, costretto a dimettersi. I Presidenti di serie C non hanno soldi, molte cose sono state fatte con poca trasparenza, la Lega Pro non ha mai avuto la visibilità che meritava se non per le finali play off. Troppo poco per quello che serve a queste 60 società. Troppe, ancora troppe. 40, divise in due gironi, bastano e forse avanzano pure. Ora serve uno svecchiamento. Aanagrafico e mentale. Serve trasparenza, chiarezza e fatti. Vanno bene anche gli errori ma bisogna fare. Prima che sia troppo tardi. Anzi, lo è già.
Oggi, intanto, è previsto il Consiglio Federale. Il giorno dopo la fine dei Mondiali. Quelli che abbiamo visti comodi comodi sul divano. Ieri pomeriggio si è dimesso Alfredo Trentalange da Presidente dell'AIA. Era ora. Era obbligato. Doveva farlo dopo gli scandali dei rimborsi e, soprattutto, dopo quanto è emerso con D'Onofrio. L'AIA è un fiume in piena. Dovrebbero pagare tutti ma almeno cade il Presidente e adesso attendiamo le decisioni di Gravina che con le dimissioni può non commissariare l'associazione arbitri ma dovrebbe trovare un degno sostituto. Finito Nicchi, chiudo il capitolo indecente di Trentalange, non sono realizzabili le ipotesi Rosetti e Rizzoli. Collina neanche a dirlo. Gravina deve prendere una decisione e non sarà facile. Soprattutto dovrà dirci come intendere riformare un' AIA con troppi poteri e tanti scheletri nell'armadio.
Qualche amico in comune mi dice "ce l'hai con Gravina". Falso. Con Gravina mi dò del tu, da sempre. Con Gravina ho riportato, per poco tempo, la serie C su Sportitalia. Persona che stimo. Di classe. Da Presidente federale, però, mi ha deluso. Parliamo, ovviamente, di politica del calcio e non di persona. Perché se la persona aveva un valore 5 anni fa non può averlo perso adesso. Ci mancherebbe. Da Presidente della FIGC, a mio avviso, avrebbe dovuto dare le dimissioni dopo la mancata qualificazione al Mondiale. Inutile ripeterci. Sapete come la pensiamo e cosa abbiamo detto. Gravina e Mancini dovevano lasciare come Tavecchio e Ventura. Oggi, però, è una fase delicata per Gravina. Senza Ghirelli e con gli arbitri nel caos rischia anche la FIGC. Una spiegazione ce la siamo data sulle mancate dimissioni del Presidente. Gravina, secondo quanto ci risulta, percepisce 240 mila euro da Presidente federale e altri 150 dalla Uefa. Forse andrebbe aggiunta qualche altra migliaia di euro ma quelli certi che ci risultano sono questi. Non tutti i Presidenti federali si sono dati uno stipendio, forse nessuno o forse pochi. Sta di fatto che da un manager che percepisce cosi tanti soldi, ci aspettiamo più fatti, riforme e successi. Il Numero 1 del calcio italiano è importante più del Ministro dello Sport. A proposito. Siamo sicuri che Abodi sia ancora dalla parte di Gravina?