Addio immediato con qualche rimpianto: “Il mio erede c’è già”. Appendere la bici al chiodo è stata una decisione improvvisa, ora farà altro
Un ciclismo italiano in profonda crisi vocazionale avrebbe bisogno di figure certe per trainare il gruppo, in tutti i sensi. Invece Vincenzo Nibali già sei mesi fa aveva annunciato il suo ritiro ed èp stato di parola. Ora tocca anche a Sonny Colbrelli, ma i motivi sono profondamente diversi.
Il campione bresciano che ha fatto sognare tutti i tifgosi italiani poco più di un anno fa trionfando alla Roubaix è statao fermatoi dall’unico avversario possibile, il fisico. Il grave malore accusato alla Vuelta Catalunya lo scorso marzo e l’installazione di un defibrillatore sottocutaneo gli garantiscono una vita regolare, ma non da sportivo.
Avrebbe potuto fare come Christian Eriksen, che ha lasciato la Serie A dove gli era impossibile gioicare per continuare in Premier League. Ma come ha spiegato nella conferenza stampa d’adddio, la sua vita è unica e preziosa, quindi meglio pensdare alla famifglia e ai figli.
Addio immediato con qualche rimpianto: Sonny Colbrelli ripensa alla Roubaix
Una decisione pesante ma necessaria, presa di comune accordo con la squaqdra. Colbrelli, classe ’90, aveva ancora due anni di contratto con la Bahrain-Victorious che non lo lascerà a piedi. Andranno avanti insieme e per lui è pronto un ruolo come ambasciatore ma anche di raccordo tra i ciclisti e i dirigenti.
La sua vita sportiva però è finita il 21 marzo 2022 e nella sua ultima confermza stampa Sonny ha confessato di aver subito pensato ad Eriksen perché il ricordo era molto fresco. Così ha cercato il suo numero di cellulare e gli ha mandato un messaggio. Il danese si stava allenando, appena ha finito lo ha richiamato.
“Quando un grande campione ti scrive – ha raccontato a Eurospost – dopo quello che gli è successo, per me è stata una grande gioia. Mi ha dato la forza per andare avanti, anche se non sarò più un ciclista. Mi ha convinto a reinventarmi una nuova vita”.
Non sarà più in bici ma resterà nel moondo del ciclismo con molte idee interessanti. Intangto ci sono questi due anni nel World Tour con la sua squadra, ma ha già fatto capire che gli piacerebbe diventare direttore sportivo. Vuole trasmettere la sua esperienza ai ragazzi, quelli più giovani perché vede ancora in loro il sacro fuoco del pedale e nella sua carriera ha imparato molto.
Addio immediato con qualche rimpianto: l’erede di Colbrelli esiste ed è una grande speranza azzurra
La carriera di Sonny Colbrelli si è interrotta bruscamente a marzo di quest’anno, ma in realtà la sua ultima vittoria è stata la Roubaix 2021. Non ha mai lavato via il fango dalla bici usata quel giorno, nè dal suo abbigliamento e resterà così, ricordo indelebile.
“Ho controllato, non ci sono molti ciclisti che hanno concluso la propria carriera potendo dire di avere come ultima vittoria la Parigi-Roubaix. A riguardami provo solo tanta emozione. La ciliegina sulla torta sarebbe stata vincere il Giro delle Fiandre”.
Difficoile capire se qualcuno degli italiani lo potrà imitare, ma lui un nome in testa ce l’ha anche perché ha imparato a conoscerlo bene. “Potrebbe essere il mio compagno di squadra Jonathan Milan“.
In effetti il lungagnone di Buja, stesso paese in Friuli di Alessandro De Marchi, ha le caratteristiche adatte per le pietre del Nord francese anche se finora nella sua giovane carriera ha vinto molto in pista.
L’oro olimpico nell’Inseguimento a Tokyo 2021, il titolo europe, più di recente l’afrgento ai Mondiali nell’Inseguimento Individuale battuto solo da Pippo Ganna. C’è chi lo immagina come un grande velocista, alla Cipollini, ma lui ha dimostrato di avere anche fondo per altri tipi di Classiche.