Filippo Ganna re delle Classiche? “Sì, ma deve smettere di fare pista”. Dopo il record dell’Ora e l’oro ai Mondiali arriva il consiglio di un grande
In quindici giorni Filippo Ganna ha sistemati alla grande una stagione che per lui era stata fatta di alti e bassi. La partenza alla grande con il marchio impresso alle prime crono stagionali, la decisione di correre il Tour de France e non il Giro, i Mondiali su strada dove è stato detronizzato nella prova contro il tempo.
Poi però sono arrivate due perle in fila. Il nuovo record dell’Ora che lo ha fatto entrare direttamente nella storia e la vittoria dell’oro ai Mondiali nell’Inseguimento. In pratica il verbanese ha centrato quasi tutti gli obiettivi che si era prefissato e soprattutto ha messo a tacere i critici a tutti i costi.
Ora come tutti i colleghi si sta godendo un po’ di ferie, meritatissime ma presto sarà tempo di definire i programmi con la sua squadra. Le Olimpiadi di Parigi 2024, uno dei suoi grandi obiettivi per il futuro, sono ancora sufficientemente lontane per pensare di più alla gare su strada e alle Classiche. Ma sarà questo il suo futuro?
Il realtà Pippo non ha ancora programmato tutti gli appuntamenti del 2023. Sappiamo che l’esordio arriverà presto, con il ritorno dopo due anni della Vuelta a San Juan dal 22 al 29 gennaio prossimi in Argentina, come ha confermato lui stesso: “Sono felice di dire che cominceremo la stagione, io e la mia squadra, a San Juan. Sarà una grande occasione per rimettersi in bici, cercare nuovi obiettivi e nuovi risultati”. E con lui ci sarà anche Elia Viviani.
Poi però arriverà la primavera con una serie di appuntamenti che lo chiamano. La Tirreno-Adriatico e la Milano-Sanremo che come ha dimostrato Matej Mohoric quest’anno si può vincere scappando nel finale. E poi le Classiche del Nord, soprattutto la Parigi-Roubaix che per uno con le sue caratteristiche sembra disegnata apposta. Infine il Giro d’Italia, dove potrebbe tornare perché ci sono ben tre cronometro contro 1 sola al Tour de France.
In definitiva, Ganna può essere il nome vero del ciclismo italiano per le Classiche risollevando un movimento in profonda crisi? Lo crede anche Fabian Cancellara, che come lui andava fortissimo a cronometro ma in carriera ha anche vinto tre Parigi-Roubaix e altrettanti Giri delle Fiandre.
Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ il fenomeno elvetico è stato chiaro: “È un altro tipo di corridore. Sono felicissimo di quello che ha fatto, ma per arrivare dove sono io, per le grandi Classiche, c’è ancora tanto lavoro. E Pippo deve smetterla di fare pista“. Decisamente complicato che segua il suo consiglio.
Intanto Cancellara, esattamente come sta iniziando a fare Vincenzo Nibali, ha grandi progetti per il suo futuro da dirigente sportivo. nel 2023 porterà in gruppo la sua squadra Professionale che avrà come primo noime quello di Tudor: “Si chiamava Swiss Racing Academy e due anni fa rischiava la chiusura. Mi sono messo in gioco, ho trovato loro le bici, il materiale, ho fatto correre questi ragazzi. Poi a novembre del 2021 la Tudor mi ha cercato ed è nata l’idea di fare una squadra svizzera con corridori svizzeri, con marchi svizzeri”.
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