Mondiali 2022, esclusa una Nazionale a pochi giorni dal via? C’è la sentenza definitiva.
Ci sono voluti oltre sei mesi. Ma la sensazione è che la decisione presa dal TAS, il tribunale di arbitrato sportivo di Losanna, in realtà sia stata presa molto tempo fa.
Una decisione che peraltro era nell’aria da diverse settimane. Considerando la lunghezza delle indagini, dell’acquisizione delle testimonianze e dell’istruttoria. Tutto lungo, talmente tanto lungo da far capire al mondo intero che la montagna avrebbe partorito un topolino. E che tutta la vicenda si sarebbe sgonfiata in un nulla assoluto. Le cose sono andate esattamente così. Non senza polemiche sulla base di una sentenza che è comunque sconcertante alla luce di quello che i giudici hanno stabilito.
Aspettando la scadenza limite, a meno di due settimane dall’inizio della rassegna del Mondiale in Qatar, il TAS ha giudicato l’Ecuador colpevole. Rigettando tuttavia le istanze di Cile e Perù che chiedevano l’esclusione della nazionale di Quito dalla fase finale del Mondiale 2022 per una palese violazione del regolamento sul tesseramento dei giocatori.
La questione riguarda Byron David Castillo Segura, giocatore nato in Colombia che avrebbe ottenuto tutti i documenti per diventare cittadino ecuadoregno. Diventando di conseguenza convocabile per la nazionale del suo paese di adozione. In realtà, da alcune indagini investigative nate da un’inchiesta giornalistica, si è poi scoperto che i documenti di Castillo Segura non fossero poi così in regola. E che in realtà il giocatore, schierato in sette partite nel corso della fase di riqualificazione, non avrebbe potuto giocare.
Di qui il ricorso da parte di Cile e Perù, le prime squadre escluse nel corso della qualificazione sudamericana dalla fase finale dei Mondiali. Le due nazionali, infatti, avevano presentato ricorso proprio perché Castillo Segura aveva giocato negli scontri diretti con le loro rappresentative. E un suo tesseramento irregolare avrebbe presupposto una sconfitta a tavolino per l’Ecuador provocando una classifica completamente diversa rispetto a quella finale.
L’Ecuador, quarto, è andato direttamente alla fase finale dei Mondiali in Qatar. Il Perù, quinto, è finito al turno di qualificazione intercontinentale per poi perdere la gara decisiva ai calci di rigore contro l’Australia. Il Cile, invece, è rimasto a casa eliminato senza attenuanti.
La decisione del TAS è quanto meno contraddittoria. Da una parte avvalla il fatto che Castillo Segura abbia giocato con documenti non regolari. E condanna l’Ecuador a 100mila franchi svizzeri di multa e tre punti di penalizzazione sulla prossima edizione delle qualificazioni ai Mondiali 2026. Ma la nazionale potrà giocare regolarmente in Qatar.
La possibile esclusione dell’Ecuador aveva alimentato per mesi speculazioni fantasiose sulla base delle quali persino l’Italia – per non meglio precisati meriti sportivi, in quanto detentrice del campionato europeo – avrebbe potuto sostituire la formazione sudamericana in caso di squalifica. Nulla di più falso.
Fin dall’inizio, infatti, i regolamenti e le carte federali internazionali avevano chiarito che nessuna squadra eliminata sul campo avrebbe potuto prendere il posto dell’Ecuador. Se non una squadra direttamente danneggiata da una presunta irregolarità dei sudamericani.
In realtà il TAS ha punito la federazione di Quito solo per un mancato controllo sulla documentazione di Castillo Segura. Concordando con quanto già stabilito dalla disciplinare e dalla commissione d’inchiesta FIFA. E cioè che il giocatore avesse diritto di cittadinanza permanente in Ecuador. E che pur con documenti non perfettamente in regola era eleggibile e convocabile.
L’Ecuador, inserito nel gruppo A insieme a Qatar, Senegal e Olanda farà il suo esordio proprio contro i padroni di casa nella prima partita del Mondiale il 20 novembre ad Al Khor. E tra i 26 convocati c’è anche Byron Castillo Segura difensore che gioca in patria nel Barcelona.
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