Bonus carburanti, bisogna sbrigarsi: la scadenza non è lontana. Si tratta di un provvedimento del governo Draghi passato sotto silenzio
Il problema del prezzo dei carburanti è di strettissima attualità. Tra la speculazione sul prezzo del gas e gli aumenti del costo di benzina e diesel legati soprattutto alla guerra in Ucraina, la vita per automobilisti e autotrasportatori da un anno circa a questa parte si è fatta molto più difficile.
A partire dalla scorsa primavera, nel tentativo di rendere meno insopportabile per le tasche dei cittadini la crescita folle e indiscriminata dei prezzi, il governo Draghi ha deciso di assumere provvedimenti in grado di abbassare un po’ il costo dei carburanti.
Uno di questi è senza dubbio il taglio delle accise che può essere definito ad impatto immediato, proprio perchè in grado di provocare un calo del costo delle benzina di ben 30 centesimi. Lo stesso provvedimento è stato preso dal nuovo esecutivo presieduto da Giorgia Meloni che ha prorogato il taglio delle accise fino al 31 dicembre prossimo.
Ma esiste anche un’altra misura, molto meno pubblicizzata, che il governo precedente ha preso ormai parecchio tempo fa. Dal 22 marzo 2022 e fino al 12 gennaio 2023 i datori di lavoro privati possono assegnare ai propri dipendenti buoni carburante a titolo gratuito per un massimo di 200 euro.
Una somma che non concorre, per il dipendente, alla formazione del reddito e che, quindi, è del tutto esentasse. E che non contribuisce nemmeno alla determinazione dei contributi previdenziali, sia per la parte a carico del dipendente sia per la parte a carico del lavoratore.
Bonus carburanti, per ottenerlo c’è tempo fino al 12 gennaio
Insomma, un bonus netto a condizione che la somma complessiva che non concorre alla formazione del reddito del dipendente non superi il limite di 516,46 euro annui. La misura è stata inserita nel cosiddetto decreto Ucraina bis, lo stesso che ha introdotto lo sconto sulle accise per abbassare il prezzo dei carburanti.
Il decreto, approvato dal governo Draghi il 21 marzo scorso, è entrato in vigore il 22 marzo per poi essere successivamente convertito in legge grazie alla sua approvazione sia alla Camera che al Senato.
Come detto, si tratta di un buono o di un voucher destinato all’acquisto di carburante che viene ceduto a titolo gratuito dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti e assimilati, senza limiti di ruolo o reddito e a prescindere dalla tipologia di contratto.
Insomma, può essere concesso ai lavoratori a tempo indeterminato o determinato, anche a tempo parziale. Sono esclusi dal bonus solo i titolari di partita Iva e i dipendenti pubblici.
Bonus carburanti, vantaggio anche per il datore di lavoro
I buoni non sono dovuti e possono essere riconosciuti anche a un singolo lavoratore dipendente. La legge, infatti, con l’eccezione di alcune situazioni esplicitamente previste dal testo unico delle imposte sul reddito non prevede l’assegnazione alla totalità dei dipendenti.
Nulla osta, ovviamente, che possa essere oggetto di trattativa sindacale o che il voucher possa essere assegnato nell’ambito di accordi di welfare aziendale o di specifiche intese tra azienda e singolo lavoratore o, ancora, su libera iniziativa del datore di lavoro.
Il buono carburante, infine, presenta diversi vantaggi, fiscali e contributivi, anche per il datore di lavoro. Il suo costo, infatti, è interamente deducibile ai fini Ires o Irpef.