Nella finale dell’ultimo torneo ATP Masters 1000 dell’anno a Parigi vittoria del danese Holger Rune su un coriaceo Djokovic
Un bel modo di presentarsi alle ATP Next Gen Finals, sia per Rune, numero 1 della Next Gen, che per Djokovic, grande protagonista delle ATP Finals assolute in programma a Milano.
Ma nella splendida finale dell’ATP Masters 1000 di Parigi a trionfare è Holger Rune, 19 anni, terzo trofeo stagionale dopo quelli di Stoccolma e Monaco.
ATP Masters 1000 Parigi, vince Rune
In un torneo particolarmente sfortunato per la squadra italiana, con Berrettini che rinuncia e Sinner fuori al primo giro, sono due tra i tennisti più in forma del momento a giocarsi il titolo. Il danese Holger Rune è in questo momento il numero 1 tra i tennisti che vedremo dalla prossima settimana a Milano nelle Finals del torneo Next Generation.
Probabilmente uno dei super favoriti per conquistare il trofeo più ricco dell’anno in palio all’Allianz Cloud, il vecchio PalalLdo. Djokovic, dal canto suo, come in tutte le grandi occasioni, fiuta il bersaglio grosso in una stagione che lo ha visto costretto a rinunciare a troppe cose e di conseguenza vuole tutto quello che può prendersi.
Il primo set
Nel corso della prima frazioni Djokovic fa valere tutto il peso della sua esperienza riuscendo in qualche modo a disarmare il gioco potente e molto fisico del suo più giovane avversario. Micidiale l’impatto dell’ex numero 1 del mondo che, nel quarto gioco, disinnesca il servizio di rune andandosi a prendere con successo l’unica palla break del set, un game fondamentale dal quale Djokovic si limita a gestire la sua superiorità fino a chiudere con un eloquente game vinto a zero sul 6-3.
Nel secondo set, tuttavia, le cose cambiano radicalmente. Affrontando uno dei numerosi blackout che di tanto in tanto hanno messo in difficoltà Djokovic anche nelle partite più controllate, Rune si rifà sotto. Il danese dimostra di non essere lì a fare da sparring partner a un avversario che stima e venera da un punto di vista sportivo e agonistico.
Caparbio il modo in cui Rune inanella tre game uno dopo l’altro annullando ben tre palle break a Djokovic nel primo e sfruttando a proprio vantaggio l’unica palla break concessa dal serbo nel corso del secondo game. Le parti si invertono e stavolta è Rune a chiudere con grande autorevolezza, con lo stesso punteggio (6-3), e con un game vinto sul proprio servizio a zero.
Finale incerto e combattuto
La terza partita è uno splendido duello di nervi tra due giocatori che non vogliono cedere di un passo e che riescono a gestire con una certa efficacia la pressione di ogni scambio, che con il passare dei game si fa sempre più pesante. Il 19enne danese perde il servizio nel quarto game e lo riconquista immediatamente per poi mantenerlo prolungando la sfida.
Rune cambia passo strappando il servizio a Djokovic nell’11esimo game con due punti favolosi, sfruttando però altrettante incertezze del serbo. Rune si trova nel rush ideale per andare a servire per il titolo in un game interminabile con Djokovic che ha sei occasioni per il controbreak. Ma Rune le annulla tutte sprecando anche il suo primo match ball. Non il secondo. E Djokovic rimpiange nove palle break sprecate sei delle quali nel game decisivo.
L’allievo batte il maestro. Il maestro si compiace e lo abbraccia al termine di una partita meravigliosa… Gara splendida, in 2.40′ di spettacolo autentico, un po’ fisico e molto tecnico. Proprio il tennis che ci piace.