Alex Zanardi, retroscena fantastico: il racconto mette i brividi. L’ex pilota di Formula 1 è tornato a casa all’inizio del gennaio scorso
Un esempio per tutti, un modello di smisurata forza di volontà e di viscerale attaccamento alla vita. Questo è stato ed è Alex Zanardi, il 55enne ex pilota di Formula 1 che oltre due anni fa, nel corso di una gara di handbike, fu investito da un camion riportò gravissimi danni cerebrali.
Uno scontro drammatico e di inaudita gravità che sembrava aver messo la parola fine alla sua esistenza. Ma solo chi non conosce bene Zanardi poteva credere che non ci fosse più niente da fare.
Perchè l’ex campione ha reagito, anche questa volta, spinto da una forza di volontà quasi sovrumana. E dopo oltre un anno e mezzo trascorso in ospedale, Alex è tornato a casa.
E da qualche mese si sta sottoponendo a durissime sedute di terapia nel Centro Iperbarico di Ravenna.
La sua storia, la drammatica vicenda che lo ha visto protagonista e vittima, è stato da esempio per tanti atleti paralimpici, soprattutto coloro che hanno perso l’uso delle gambe in qualche incidente.
Uno di questi è proprio il campione d’Italia in carica di handbike, la specialità in cui Zanardi era diventato quasi imbattibile.
Mirko De Cortes, 45 anni, ha appena conquistato una straordinaria vittoria nel Giro d’Italia e in un’intervista rilasciata subito dopo la conclusione della competizione ha raccontato il suo fortissimo legame con Zanardi.
“L’handbike – spiega – non è una disciplina semplice, l’atleta deve fare i conti con frequenti problemi fisici, ma la passione trionfa consentendo di raggiungere questi traguardi”.
Nel 2007 ebbe un incidente nei pressi di Sassari, finendo con la sua moto sotto un camion. I medici dovettero amputargli le gambe.
“Fin dal primo giorno ho capito che la mia vita sarebbe stata diversa, ma poi in centri riabilitativi all’avanguardia mi hanno fatto capire che, nonostante disabilità gravissime, con organizzazione e tempi diversi, si può fare tutto“.
Decisivo per De Cortes fu l’incontro con Zanardi: “Alex il giorno del mio compleanno mi parlò con entusiasmo di questa bicicletta che si usa con le braccia. Salii sulla prima handbike a fine 2008 e da allora non sono più sceso. Lui è stato il mio profeta“.
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