Andrea Agnelli e Cristiano Ronaldo (credit: ANSA)
Proseguono le indagini della Procura di Torino sulla “Carta Ronaldo”. La Juventus rischia una pesante sanzione: ecco lo scenario.
Il club bianconero è sotto la lente di ingrandimento della Procura di Torino. Il focus è sull’accordo con Cristiano Ronaldo.
La Procura di Torino sta conducendo l’inchiesta “Prisma“, un’indagine su possibili alterazioni di bilancio della Juve durante il triennio 2018-2020. In particolare, il focus è sulla ormai famosa “Carta Ronaldo“, un accordo privato fra il club bianconero e l’attaccante portoghese che prevedeva un pagamento di circa €20 milioni al giocatore.
Questo accordo, però, non sarebbe stato contabilizzato nel modo giusto e non sarebbe stato nemmeno depositato in Lega.
La Procura non ha ancora trovato fisicamente la “Carta”, ma è sicura della sua esistenza a causa di alcune intercettazioni. Le indagini proseguono in questi giorni: ecco cosa rischia effettivamente la Juventus.
Come anticipato, la Procura di Torino si sta focalizzando sulla ricerca della Carta Ronaldo, un documento che certificherebbe un accordo privato fra la Juve e l’ex attaccante bianconero per un pagamento da €20 milioni circa.
Nel caso in cui venisse dimostrata l’esistenza di questa scrittura, allora la società andrebbe incontro a delle sanzioni.
Secondo La Repubblica, si tratterebbe di una grande multa. Nello specifico, la Juve avrebbe sottoscritto un accordo privato aggirando o non rispettando le norme della federazione e questo comporterebbe ad una sanzione economica. Il valore è variabile: da uno a tre volte il valore dell’accordo. In questo caso, dunque, la multa oscillerebbe fra i €20 e i €60 milioni. A livello sportivo, invece, non ci sarebbero rischi: niente punti di penalità dunque.
Si tratterebbe dunque di un pesante danno economico, anche a luce della recente eliminazione ai gironi di Champions League ed il conseguente mancato raggiungimento del premio UEFA. I bianconeri puntano comunque ad un percorso importante in Europa League, ma devono conquistare la qualificazione all’ultimo turno del girone.
Le indagini proseguono, ma potrebbe essere necessario ancora diverso tempo prima di avere sviluppi.
Nel frattempo, il presidente Andrea Agnelli ha radunato tutti i dipendenti per chiarire la situazione. Il numero uno della Juve (per cui sono stati chiesti e respinti gli arresti domiciliari) ha voluto ribadire come, secondo lui, la società non abbia niente da temere avendo agito nel giusto modo. Inoltre, ha chiesto una forte unità per poter affrontare al meglio questo ostacolo.
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