Sta destando grande clamore il caso di un bomber internazionale di grande rilievo finito in carcere, un caso che sconvolge il mondo del calcio
É il secondo attaccante di sempre per numero di realizzazioni con la maglia della propria nazionale. Davanti a lui c’è solo Cristiano Ronaldo.
Ora è in carcere, in circostanze tutte da chiarire che sono oggetto anche di una rogatoria internazionale e di un vero e proprio movimento di opinione che sta nascendo da tutto il mondo del calcio.
Si tratta di Alei Daei, grandissimo attaccante iraniano: 109 gol con la maglia della sua nazionale. Oltre 130 reti da professionista non solo in patria e in Kuwait ma anche in Bundesliga dove ha vestito le maglie di Bayern Monaco Arminia ed Hertha Berlino per cinque stagioni.
Daei è un vero e proprio simbolo per il suo paese. Un uomo di grandissimo fascino personale, sportivo e culturale. Basti pensare che è stato testimonial del calcio asiatico in tutte le più recenti iniziative della FIFA e che solo pochi giorni fa in occasione del sorteggio dei gironi del Mondiale in Qatar, cui l’Iran partecipa, era il rappresentante ufficiale del suo paese.
Da tempo Daei, nonostante numerosi interessi in Kuwait, in Qatar e una floridissima attività commerciale che lo vede impegnato come testimonial di numerosi marchi di prestigio, ha deciso di vivere in patria. In un momento politicamente tutt’altro che semplice.
L’Iran è da alcune settimane sull’orlo di una guerra civile dopo l’omicidio di Mahsa Amini, attivista per i diritti civili delle donne iraniane. La donna, 22 anni, è morta a Saqqez in circostanze molto sospette. Arrestata perché non portava l’hijab, il copricapo previsto dalle leggi coraniche del paese, sarebbe morta per le conseguenze di un arresto cardiaco.
In realtà molti testimoni parlano di morte violenta determinata da botte e bastonate. La morte della donna ha creato un’ondata di dissenso con numerose manifestazioni.
Solidale alla protesta delle donne del suo paese Ali Daei, 53 anni, sarebbe stato fermato a Saqqez durante una manifestazione. L’ex calciatore è in stato di fermo. Il Times riferisce di un arresto: ma non si conoscono né le accuse né il luogo di detenzione. A Daei tre settimane fa, sempre in considerazione di una sua frase con la quale supportava la protesta delle donne del suo paese, era stato ritirato il passaporto. Nonostante fosse atteso in Qatar per i Mondiali: è uno dei commentatori ufficiali dell’evento in lingua araba.
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