Michael Schumacher, i tifosi sono commossi: è accaduto veramente! Il sette volte campione del mondo ancora protagonista della storia Ferrari
Il figlio Mick ha avuto modo di provare la F2003-GA che consentì al padre di conquistare il suo sesto titolo iridato. Sulla pista di Fiorano, il tedesco ha inanellato diversi giri.
Dei cinque titoli iridati conquistati da Michael Schumacher con la Ferrari, quello di certo più combattuto e difficile da portare a casa è stato quello del 2003. Quell’anno la lotta con la McLaren di Raikkonen e la BMW di Montoya è stata serrata e si è protratta fino all’ultimo appuntamento di Suzuka. La vittoria di Barrichello in Giappone aiutò il Kaiser a fregiarsi dell’ennesimo alloro, a bordo della storica F2003-GA. La vettura venne intitolata a Gianni Agnelli, scomparso proprio all’inizio di quell’anno. Ora la monoposto in questione torna d’attualità perchè il prossimo 9 novembre, nel corso della Luxury Week di Ginevra, Sotheby’s la metterà ufficialmente all’asta. Il modello, progettato dal grande Rory Byrne segnò anche il record del quinto campionato costruttori consecutivo.
Prima di finire all’asta, però, la F2003-GA è tornata anche in pista, guidata proprio dal figlio di Michael Schumacher. Mick è stato protagonista di una bella giornata a Fiorano, in cui ha potuto girare a bordo della monoposto del padre. Dopo la magnifica esperienza, il pilota della Haas ha commentato: “È impressionante aver guidato quest’auto, visto che fa parte di uno degli anni più vincenti. Già in passato avevo avuto l’opportunità di provare quella del 2002. Ora ho guidato questa, ed a piccoli passi arriverò anche a quella del 2004. Ogni volta è un grande piacere per me e per l’amore che nutro per questo sport. Potete immaginare quanto sia stato bello poter salire sulla F2003-GA con il rombo del motore V10 che ti spinge da dietro. È stato davvero molto divertente, anche se è stato ‘triste’ poterlo fare solo qui e non su un circuito più grande, ma ho colto l’occasione”.
Mick poi aggiunge: “Nel 2003 avevo solo 4 anni e non ricordo molto, ed è un peccato perché credo che quel periodo abbia rappresentato il top del nostro sport. Le auto avevano il miglior suono ed erano le più belle da guidare. In quel periodo vi erano elementi come il controllo di trazione, ma è ancora una volta il pilota che fa la differenza. Amo poi il suono del motore, ed è quello che ha quest’auto rispetto all’era turbo, che probabilmente resterà tale”.
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