Il mare come lo spazio: perché lo yachting è una vera risorsa di sviluppo. Quale futuro per un settore di ricerca e tecnologia strategico?
In mezzo alla crisi generale degli ultimi anni, accentuata dalla pandemia, c’è un settore di tecnologia, sviluppo e design che non conosce pause nel nostro Paese. Solo nei primi cinque mesi del 2022 in Italia sono stati costruiti ben 318 yacht e quelli appena sotto i 40 metri, fino a 70, rientrano nei superyacht.
Ma quale futuro strategico aspetta questo settore nevralgico dell’industria produttiva mondiale e come può questo mondo uscire da quella che è considerata una nicchia? Di questo e molto altri si è parlato al 26esimo Captains’ Forum, organizzato dal Captains’ Club allo Yacht Club de Monaco (YCM). Un appuntamento organizzato insieme a Jutheau Husson e Oceanco, oltre al Gruppo MB92, e che ha messo al centro un tema ben preciso: il mondo dello yachting visto dallo spazio.
Non a caso, sopite d’onore tra gli oratori è stato chiamato l’ex astronauta statunitense della NASA Scott E. Parazynski (vanta ben 5 missioni dello Space Shuttle), che è anche fisico e medico. Possibili fare un parallelismo tra il mondo della navigazione e quello dello spazio? Assolutamente sì, lo ha confermato pure lui spiegando che in entrambi i casi comandanti ed equipaggi partono senza punti certi. Devono essere capaci di sopravvivere con alcune risorse disponibili, essere sempre preparati a tutto.
Ma c’è di più, perché il mondo dello yachting deve essere pronto a raccogliere la sfida che arriva dai nostri tempi: “Se un maggio numero di persone sarà in grado di comprendere i nostri oceani – ha spiegato – e la fragilità dell’ecosistema, il pianeta migliore. Dobbiamo coinvolgere sempre più i giovani e l’industria della nautica deve essere sostenuta in questa missione”.
Un assist perfetto in un ambiente perfetto, perché come ha riconosciuto Parazynski Monaco è per la vela quello che Houston è per le missioni nello spazio, un punto di riferimento. Lo yachting diventa quindi una vera risorsa di sviluppo, non solo per la possibilità di fare lavoro qualificato a molto personale specializzato che qui ha l’opportunità di crescere a fare carriera.
La sintesi finale è nelle parole di Dan Smith, capitano del megayacht Savannah: “L’imposizione di restrizioni sulle emissioni di carbonio è una sfida da raccogliere. C’è la necessità di trasformare l’industria degli superyacht in modo che il grande pubblico la apprezzi per l’innovazione e la tecnologia immessa nel settore marittimo in generale”.
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