Espugnando il difficile campo di Budapest, l’Italia si iscrive per la seconda volta di fila alla Final Four di UEFA Nations League
Resta la delusione per un Mondiale fallito. E sicuramente questo senso di inadeguatezza resterà ancora per un bel po’. E la semifinale di UEFA Nations League non può certo ricompensare l’amarezza di un’esclusione assurda dopo la vittoria dell’Europeo.
Ma con la banalità dell’evidenza, vincere è pur sempre meglio che perdere. E la semifinale di Nations League è comunque meglio che lasciare anche questo obiettivo a qualcun altro. L’Italia lo strappa all’Ungheria vincendo 0-2 a Budapest al termine di una partita vera e intensa.
Si gioca in un’autentica bolgia, di fronte a oltre 60mila persone che si aspettano di vivere una serata di festa e di riscatto nazionale. Gli ungheresi, allenati dall’italiano Marco Rossi, da quattro anni CT della nazionale magiara, sono anche loro fuori dal Mondiale. Ma hanno battuto l’Inghilterra e la Germania. E basterebbe un pareggio per sognare in grande.
La partita dell’Italia comincia proprio come Mancini vorrebbe. E dunque con un atteggiamento spavaldo e propositivo. L’Ungheria si limita a stare chiusa e ripartire, affidandosi alla potenza del suo unico attaccante centrale, Adam Szalai e all’estro di Szoboszlai. Per il resto sta chiusa. Italia che a poco a poco, palla a terra e accelerazioni con i due esterni di centrocampo Di Lorenzo e Dimarco cerca di costruire. L’Italia ha almeno tre clamorose palle gol e detta legge, ma non segna. Occasioni sprecate che rischiano di pesare: e che vengono cancellate da Raspadori. Secondo gol consecutivo per il #10 che insacca da distanza ravvicinata sfruttando un colossale errore di Szoboszlai in un retropassaggio con Gnonto bravissimo a mettere sotto pressione la difesa avversaria.
Sale in cattedra Donnarumma: sono almeno quattro gli interventi decisivi del portiere azzurro, protagonista di due autentici miracoli. Nel secondo tempo, dopo un altro clamoroso intervento di Donnarumma che respinge tre conclusioni pericolosissime, una delle quali da nemmeno un metro, l’Italia raddoppia. Azione da manuale: cinque tocchi in pochi metri e inserimento di Cristante che mette davanti alla porta il pallone giusto per il tap-in di Dimarco alla prima rete in azzurro.
Ancora Donnarumma decisivo, stavolta con i piedi, su un colpo di testa di Styles. Decisivo anche l’arbitro Bastien che ritiene ininfluente un contatto nell’area azzurro che poteva significare rigore e cartellino rosso a danno dell’Italia. Nonostante la pressione dell’Ungheria, in un clima sempre più pesante e nervoso, l’Italia conquista una vittoria che offre un nuovo obiettivo e una prospettiva che non sia solo quella di guardare gli altri giocarsi il Mondiale. Una volta si diceva… “un brodino”. Per lo meno è caldo. E non sa di dado.
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