Nel dibattito pubblico che riguarda lo stadio milanese di San Siro si registrano voci di una certa importanza, tra queste quella di un presidente storico del Milan
Alle prese con una campagna elettorale giunta ormai agli sgoccioli, Silvio Berlusconi – storico presidente di un Milan che ha vinto tutto – ha voluto dire la sua sul futuro dello stadio di San Siro.
“Spero non lo demoliscano” ha dichiarato l’ex presidente del Milan, attuale proprietario del Monza, a proposito dello stadio che per quasi un secolo è stata il tempio del calcio milanese.
San Siro è al centro di un intensissimo dibattito pubblico che riguarda il futuro non solo dello stadio. Il quartiere sportivo per eccellenza di Milano ospitava anche il Palasport cittadino, crollato dopo una nevicata nel gennaio del 1985 nemmeno dieci anni dopo la sua inaugurazione. Ma anche i due ippodromi di trotto e galoppo. Il primo è stato demolito e sarà uno dei villaggi olimpici di Milano Cortina. Il secondo al momento ospita più concerti che riunioni ippiche e da tempo si parla di una sua riconversione residenziale.
Lo stadio “Meazza” – invece – da tempo impegna un dibattito molto intenso. Da una parte le società, Milan e Inter, che pur lavorando parallelamente all’ipotesi di un impianto privato da costruire altrove, non vorrebbero rinunciare a uno stadio cittadino comune che vanta quasi un secolo di storia.
Inaugurato nel 1926, ristrutturato nel 1955, quasi completamente ricostruito e ampliato per i Mondiali di Italia ’90, San Siro dovrebbe essere ridimensionato e in gran parte demolito. Ci sono diversi progetti a riguardo, l’ultimo è di pochi giorni fa. Ma le elezioni hanno rinviato un’assemblea pubblica molto attesa che riguardava la città e il quartiere – che ospita non meno di 200mila persone – previsto per questo mese.
Al dibattito ha indirettamente preso parte anche Silvio Berlusconi: “É un impianto storico, un monumento per lo sport e il calcio nazionale e non solo per Milan e Inter che qui hanno scritto pagine indimenticabili. Costruire un nuovo stadio è una scelta inderogabile per i club, ne comprendo le ragioni e condivido la scelta. Ma mi dispiace pensare che un simbolo dello sport come San Siro possa essere semplicemente abbattuto. Si può e si deve fare di tutto per non perdere quello che è un pezzo non secondario del patrimonio di Milano e Lombardia”.
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