Massimiliano Allegri (LaPresse)
Esonero Allegri, colpo di scena: la decisione della Juventus è imminente. L’allenatore toscano sembra avere le ore contate dopo il ko di Monza
Sarà vero quello che Juan Cuadrado ha dichiarato dopo la disfatta all’U-Power Stadium (“Abbiamo passato momenti peggiori, ne usciremo“), ma la Juventus che in quattro giorni cede di schianto contro Benfica e Monza non è più giustificabile.
Contro la squadra fanalino di coda del nostro campionato, che prima della gara contro i bianconeri aveva conquistato un solo misero punto nelle prime sei giornate, la Vecchia Signora ha toccato il fondo.
Inconcludente, svuotata, priva di un qualsivoglia accenno di gioco, la Juventus si è quasi consegnata ad un Monza che caricato a dovere dall’arrivo in panchina dell’ormai ex tecnico della Primavera, Raffaele Palladino, ha centrato con pieno merito il primo successo della sua storia in Serie A.
Subito dopo la sfida contro i brianzoli, è esplosa quasi incontrollabile la rabbia dei tifosi bianconeri che dopo tante promesse di rilancio e di rinnovate ambizioni da parte della società si sentono traditi.
In primis dal presidente Andrea Agnelli, che da qualche tempo sembra vivere quasi con distacco la spaventosa involuzione tecnica della sua creatura. Poi da una dirigenza che non sembra in grado di trovare le soluzioni giuste per fronteggiare la crisi.
Ma il principale accusato di questo momento quasi unico nella storia della Juventus, almeno degli ultimi trent’anni, è ancora una volta Massimiliano Allegri.
L’allenatore livornese è da tempo sul banco degli imputati a causa della totale assenza di gioco e della carenza di personalità di cui i bianconeri soffrono fin dal suo ritorno in panchina.
L’hashtag #allegriout ormai imperversa da settimane, a maggior ragione dal pomeriggio di domenica.
Cresce a dismisura il numero di sostenitori della Juventus che invoca a gran voce l’esonero di Allegri come unica strada per salvare il salvabile in questa stagione.
Ma la società, almeno per ora, sembra fare quadrato intorno al proprio tecnico. Anche perchè mandare via un allenatore che ha un ingaggio da 9 milioni netti fino al 2025 non sarebbe un’operazione sostenibile per le casse del club, almeno in questo momento.
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