Alex Zanardi, il ricordo fa ancora male: nessuno lo ha cancellato. La storia del campione è cambiato improvvisamente 21 anni fa
Una questione di tempo e nessuno gli sta mettendo fretta. Perché la notizia più bella per tutti i suoi tifosi sarebbe sapere che Alex Zanardi sta meglio, che la lotta iniziata dopo l’incidente dell’estate 2020 produce effetti positivi, ma il percorso è ancora lungo.
Un tempo che Alex ha rischiato di farsi sfuggire per sempre quel 15 settembre del 2001 in Germania. Lui, che tredicenne aveva perso la sorella Cristina (promessa del nuoto) per un incidente stradale, era stato campione nel Kart e per due volte nella Formula Indy americana (nel 1997 e 1998). Lì era tornato dopo la seconda parentesi in Formula 1, un destino che l’ha sempre tentato ma in fondo anche respinto.
Quel giorno al Lausitzring l’impatto sulla barriere e poi l’incidente con la vettura del canadese Alex Tagliani che cambiò tutto. L’amputazione di entrambe le gambe, la lunga degenza e il lento ritorno alla vita, tutte scene che la famiglia sta rivivendo adesso. Da allora è tornato in pista, vincendo il Campionato italiano Superturismo quattro anni dopo ma soprattutto ha scoperto l’handbike.
Un amore nato per caso e diventato ragione di vita. Partendo dal nulla è arrivato quarto alla Maratona di New York nel 2007 e si è scoperto grande alle Paralimpiadi di Londra 2012. Due ori, nella prova in linea e in quella a cronometro, e un argento in staffetta con Luca Mazzone e Vittorio Podestà, colui che gli ha fatto scoprire questo sport. Poi altri due ori olimpici a Rio 2016, nella cronometro e nella staffetta mista e otto titoli mondiali.
Alex Zanardi, il ricordo fa ancora male: non ci sono aggiornamenti recenti sulla sua salute
Ma il suo valore va molto oltre, per la testimonianza di vita che da oltre vent’anni offre. Perché Alex Zanardi è diventato un simbolo, per chi come lui si trova tutti i giorni a lottare per condizioni di vita migliore e per chi ignorava questo mondo. Anche perché la sfortuna sembra non volerlo abbandonare mai e abbiamo avuto una riprova ad inizio agosto.
Un principio di incendio nella villa di Noventa Padovana in cui vive insieme alla moglie e al figlio ha rimesso ancora una volta tutto in discussione. L’unica decisione possibile era quello di ricoverarlo di nuovo all’ospedale San Bortolo di Vicenza che già aveva ospitato il campione paralimpico durante il lungo decorso dopo l’incidente del 19 giugno 2020.
Da allora non è arrivata nessuna nuova comunicazione, in attesa di capire quando potrà fare rientro in piana sicurezza a casa sua. I progressi ci sono, assicura chi lo segue da vicino, e i tifosi aspettano un segnale.