Evenepeol, sedici giorni in rosso alla Vuelta 2023 (Foto ANSA)
Nella penultima tappa della Vuelta, l’ultima frazione di montagna prima della passeggiata di domani a Madrid, Evenepoel si conferma leader assoluto della corsa rintuzzando ogni attacco
Senza Roglic, ritirato dopo la brutta caduta di qualche giorno fa, in una classifica ormai cristallizzata che lo vedeva in netto vantaggio, solo un terremoto poteva impedire a Evenepoel di perdere la Vuelta.
Ma a parte qualche scossettina, un paio di attacchi nemmeno troppo convinti dei suoi inseguitori più prossimi, il ciclista belga della Quick Step si limita a controllare i rivali a distanza a far lavorare la squadra. Senza rischiare praticamente nulla.
Terza vittoria di tappa per Richard Carapaz che, partito molto in sordina, conquista un successo che conferma il suo ottimo stato di forma dopo le vittorie di Peñas Blancas e Sierra de la Pandera conquistando punti decisivi anche per la classifica degli scalatori. Da qualche distanza Remco Evenepoel si gode lo spettacolo da privilegiato, portando la sua maglia rossa al traguardo senza correre rischi.
Il vantaggio di Evenepoel era tanto e tale che dovevano servire attacchi molto più convinti per metterlo in difficoltà in questo ultimo tentativo prima della passeggiata di domani verso Madrid. Solo in un’occasione Enric Mas ci prova più per onor di firma che con convinzione. E l’assalto alla leadership è tutta qui. Poco incisiva anche l’iniziativa di Miguel Angel Lopez e Ayuso – sempre a ridosso dei primi ma mai molto incisivi. Non pervenuto Carlos Rodriguez ancora incerottato dopo la caduta di due giorni fa e incapace di fare di più.
Evenepoel pone il suo nome nell’albo d’oro della Vuelta, anche se il suo successo sarà certificato solo domani con l’arrivo al traguardo finale. Il tutto con quindici, domani saranno sedici, giorni da leader in cui ha rischiato poco o nulla. In una edizione condizionata, purtroppo davvero molto, da Covid e cadute eccellenti. Il primo ciclista belga a portare a casa la maglia rossa dai tempi di Maertens (1977) e dopo tre edizioni vinte da Roglic.
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