Nel ciclismo tiene banco il caso di Nairo Quintana, l’atleta colombiano positivo a un controllo antidoping
Nessuna qualifica per Nairo Quintana, rinvenuto positivo al Tramadol, un painkiller, dopo un controllo antidoping di routine al recente Tour de France.
Il ciclista colombiano non è stato ufficialmente sospeso dall’attività agonistica. Ma la sua società, l’Arkea Samsic, lo ha di fatto messo da parte.
Quintana e la sostanza vietata
Le ultime dichiarazioni del direttore sportivo dell’Arkea non lasciano spazio a dubbi: “Noi non sappiamo niente di questa storia. Da parte nostra non c’è una spiegazione e anzi… ne aspettiamo una da parte del ciclista. Aspettiamo che Quintana faccia chiarezza ma di sicura noi non abbiamo mai prescritto né somministrato il tramadol a lui o ad altri ciclisti” dice Sebastian Hinault, responsabile tecnico del team.
Fuori dalla Vuelta, Mmondiali a rischio
Nel frattempo l’UCI ha rimosso Quintana dal sesto posto finale dell’ultimo Tour de France cancellando i suoi punti anche dal ranking internazionale. La federazione non ha sospeso il ciclista e non lo ha squalificato per gli eventi ancora in calendario, perché si tratta della sua prima infrazione sui regolamenti antidoping. Ma Quintana è stato escluso dalla squadra che venerdì è partita per la Vuelta.
“Una decisione condivisa con l’atleta per una questione di tranquillità personale e per dare la possibilità a Quintana di difendere la sua posizione” dice Hinault. Ma nel frattempo il ciclista vede in forte dubbio anche la sua partecipazione all’imminente mondiale di Wollogong, in Australia, dove era uno dei punti di forza della squadra colombiana.
Il ciclista colombiano continua a negare di avere mai assunto il farmaco vietato dall’UCI e ha presentato ricordo al TAS, il tribunale di arbitrato sportivo di Losanna. Ma a questo punto rischia il suo contratto da professionista con l’Arkea.