Il face off tra Usyk e Joshua (AP LaPresse)
La sfida in programma sabato sera tra il campione assoluto dei pesi massimi Oleksandr Usyk e lo sfidante Anthony Joshua è andata in scena con il primo atto, la conferenza stampa
A pochi giorni dal clamoroso addio di John Fury al pugilato, resta da vedere se si tratta di una decisione definitiva o di una strategia per alzare ulteriormente le proprie richieste, il pugilato affronta una delle sue sfide più importante dell’anno.
La sfida è la rivincita del match che nel settembre scorso aveva visto Anthony Joshua perdere il titolo contro Oleksander Usyk a White Hart Lane, lo stadio del Tottenham Hotspur. Il match è in programma a Riyadh, in Arabia Saudita. Tredici round, oltre cento paesi collegati in diretta per una posta altissima.
La conferenza stampa tra le due superpotenze della boxe mondiale si è svolta con il solito rituale di sfide, schermaglie e minacce. Ma le cose da settembre sono cambiate. I due si sono affrontati a muso duro. Ma Anthony Joshua ha preferito mantenere un profilo più controllato anche per via della grande attenzione che ricade su Usyk, considerato uno dei simboli della resistenza ucraina dopo l’invasione russa di febbraio.
Joshua si è limitato a non rispondere a questioni internazionali e politiche: “Sono qui solo per la boxe, non mi interessa nient’altro” ha detto il pugile britannico. Anche le condizioni tecniche del match sono completamente cambiate. Joshua, bruciato dalla sconfitta di settembre, si sta preparando ininterrottamente da gennaio per questa sfida che diventa l’incontro più importante in assoluto della sua carriera.
Usyk invece, un ex militare dell’esercito ucraino, è stato uno dei tanti atleti che ha scelto di restare in patria e imbracciare le armi come volontario. Ha iniziato ad allenarsi solo ad aprile, lasciando il fronte per andare a prepararsi in Polonia. I due si sono rispettati in conferenza stampa, pur punzecchiandosi. Poi al momento della foto face off Joshua è rimasto sul podio pochi secondi per lasciare la scena al suo avversario.
Usyk, testa rasata con una sola ciocca di capelli secondo il tradizionale taglio di capelli cosacco (si chiama oseledets) indossava un costume nazionale. Una volta rimasto solo sulla scena ha alzato le braccia e cantato una canzone ucraina, quella dei volontari della resistenza. “Oi u luzi chervona kalyna”, un brano che parla di un viburno rosso, una delle piante ucraine che rappresentano la resistenza, fiorito nel prato di casa.
Un match di boxe, e non solo. Per lo meno per Usyk, seguito in Arabia da molti connazionali che hanno cantato la canzone irredentista con lui a squarciagola davanti ai molti giornalisti presenti. Ma nemmeno per Joshua. Soprattutto se Fury dovesse convincersi a tornare sul ring per quello che potrebbe essere l’ingaggio più ricco nella storia del pugilato.
Il face off tra Joshua e Usyk
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