Marcell Jacobs (Ansa)
Marcell Jacobs, la polemica dopo il trionfo: le frasi al veleno spiazzano. Il velocista di Desenzano del Garda si è laureato campione d’Europa
Classe, personalità, orgoglio e una determinazione smisurata. E’ con queste armi che Marcell Jacobs è riuscito a stupire tutti, anche gli osservatori più scettici, laureandosi campione d’Europa sui 100 metri piani. Un’altra grande impresa, quella compiuta dal 28enne sprinter di Desenzano del Garda.
Dopo i 10 secondi netti fatti segnare in semifinale, Marcell Jacobs è riuscito ad imporsi anche in finale con il tempo di 9”95. Un riscontro cronometrico non paragonabile ai 9”80 grazie ai quali conquistò l’oro olimpico un anno fa a Tokyo, ma comunque un risultato di tutto rispetto alla luce dei tanti problemi fisici accusati dall’atelta azzurro negli ultimi mesi.
La finale andata in scena sulla splendida pista di Monaco di Baviera ha confermato ancora una volta le straordinarie potenzialità di Jacobs a cui a questo punto manca soltanto l’oro ai Mondiali per completare un percorso agonistico assolutamente unico nella storia dell’atletica italiana.
In finale, il nostro sprinter ha superato i due avversari considerati più insidiosi, i due britannici Zharnel Hughes, campione d’Europa uscente e Jeramiah Azu. Il primo ha chiuso al secondo posto con il tempo di 9”99, mentre Azu ha conquistato il terzo gradino del podio correndo in 10”13.
Al termine della gara, Jacobs ha rilasciato una dichiarazione intrisa di veleno, puntando il dito contro tutti quelli che non hanno creduto in lui. “Innanzitutto grazie a chi ha tifato per me e mi ha sempre sostenuto, ma anche a chi mi dà contro e mi dà l’energia per dimostrare di essere il più forte“.
“E’ stata – ha poi proseguito lo sprinter lombardo – una stagione complessa e difficile, portare a casa l’oro è entusiasmante. Non sono soddisfattissimo della gara, vorrei rivederla perché credo di aver corso meglio la semifinale. Forse ho avvertito un po’ di tensione e non sono partito bene, poi sono riuscito a uscire ma l’importante era arrivare davanti a tutti”.
E infine, la chiusura ancora una volta polemica: “La metà delle persone credeva che non sarei nemmeno partito, vincere l’oro mi fa capire che il poco lavoro che siamo riusciti a fare funziona e posso continuare a fare grandi cose”.
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