Carlos Alcaraz e la maledizione degli italiani: “Lui mi ha sorpreso”. Il fenomeno spagnolo sbarca in Nord America per prendersi una rivincita
Molti pagherebbero per essere a 19 anni nella sua stessa situazione. In pochi mesi Carlois Alcaraz ha scalato le classifiche ATP, adesso si trova al quarto posto del ranking e ha già cinque vittorie nel circuito, alcune di spessore assoluto.
Ma in questa fase della sua carriera c’è un’ombra o meglio una maledizione che non gli ha permesso di raggiungere risultati ancora migliori rispetto a quelli già portati a casa. La sua nemesi stanno diventando i giocatori italiani perché da gennaio a oggi spesso quando li incrocia, perde.
Era successo a gennaio contro Matteo Berrettini agli Australian Open, ma allo il giovane spagnolo non era ancora esploso. Poi però quest’estate ha perso negli ottavi di Wimbledon contro Jannik Sinner, nella fine dell’ATP 500 di Amburgo con Lorenzo Musetti e più di recente nel 250 di Umago ancora con Sinner. Come a dire che delle 7 sconfitte in stagione, quattro sono contro gli azzurri.
Lui però la prende con filosofia, come ha confessato a ‘La Gazzetta dello Sport’: “Gli italiani mi hanno dato qualche dispiacere di troppo ultimamente. Sono giocatori tutti molto forti e con caratteristiche completamente differenti. Mi hanno dato davvero del filo da torcere, ma in alcuni casi la vittoria mi è mancata per qualche piccolo dettaglio“.
Una rivalità parziale che gli piace molto, così come gli piace il nostro Paese. Ma fra i tre italiani che ha trovato spesso sulla sua strada, uno è quello che teme: “Contro Berrettini sapevo a cosa sarei andato incontro, conoscevo il suo stile, con Musetti uguale. Jannik però mi ha sorpreso. Per il modo di stare in campo e per il livello di aggressività che riesce a esprimere in ogni scambio. In campo ci diamo battaglia ma fuori siamo tutti amici”.
L’impressione è che possa diventare una rivalità entusiasmante come quella tra Federer e Nadal, oppure tra Nadal e Djokovic, anche per la giovane età dei due protagonisti, Alcaraz però per il momento preferisce volare basso. Secondo lui ripetere quello che hanno fatto i tre tenori negli ultimi 15 anni è quasi impossibile ed è meglio ragionare soltanto sul presente.
Ecco perché lui adesso deve pensare al cemento di Montreal e poi a quello di Cincinnati, i due Masters 100 che aprono il ciclo in Nord America: “Ho vinto Miami e fatto semifinale a Indian Wells, l’obiettivo è giocare al massimo livello possibile e guadagnare tanti punti. A New York voglio fare quel che non mi è riuscito negli altri Slam, ovvero andare oltre i quarti”.
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