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Mattia Binotto suona la carica alla Ferrari: “Sarà doppietta”

Mattia Binotto suona la carica alla Ferrari: “Sarà doppietta”. Il team principal ha accettato le scuse di Leclerc e guarda già avanti

I bilanci in Formula 1 si fanno solo la domenica sera e troppe volte in questa stagione i conti in casa Ferrari non sono tornati. Tra errori dei piloti e problemi tecnici, non solo al motore, sono molte le occasioni buttare e il Gran Premio di Francia non ha fatto eccezione.

Mattia Binotto e Charles Leclerc (LaPresse)

Ma Mattia Binotto in sede di bilancio non fa drammi e guarda avanti perché prima della pausa estiva c’è ancora la gara in Ungheria del prossimo weekend da affrontare. Per Leclerc, che ha ammesso subito il suo errore, solo carezze: “Gli ho detto che il campionato è difficile, non impossibile e che sarà ancora più bello fare festa in caso di vittoria finale. Non sempre è arrivato il migliore risultato in termini di punti , ma non vuol dire che questo non accadrà nelle prossime gare”.

Anche a Le Castellet la F1 75 ha dimostrato di essere almeno all’altezza della Red Bull se non superiore. E in una pista come quella dell’Hungaroring lo potrà dimostrare di nuovo tra meno di una settimana. Anzi, Binotto è convinto che “ci diamo come obiettivo la doppietta in Ungheria. Leclerc è un asso e saprà ritrovare fiducia in se stesso, con il nostro aiuto. Abbiamo già guardato il suo ritmo di gara con i tecnici, lui è pronto a girare pagina”.

Mattia Binotto suona la carica alla Ferrari: il team principal spiega tutto

La confessione immediata di Leclerc alla fine del Gran Premio di Francia ha tolto anche ogni dubbio su nuovi problemi meccanici alla sua monoposto. Nessun problema con l’acceleratore che non è rimasto bloccato, come poteva sembrare in un primo tempo, ma solo uno sbaglio del pilota che di per sé è una buona notizia.

Carlos Sainz, protagonista di una rincorsa meravigliosa in Francia (AP LaPresse)

Nessun problema nemmeno con Sainz che alla fine della gara ha fatto capire di aver seguito gli ordini dei box per la seconda sosta anche se lui avrebbe pure continuato. “Carlos non aveva tutte le informazioni necessarie e per lui era difficile giudicare. Ci siamo accorti che la vita della gomma non sarebbe stata sufficiente per arrivare in fondo. Restare fuori avrebbe comportato dei rischi in termini di sicurezza e affidabilità degli pneumatici”.

Federico Danesi

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