Diego Maradona (Instagram)
Un giornalista che ha avuto modo di conoscere molto da vicino Diego Armando Maradona ha raccontato un aneddoto importante sugli ultimi giorni del fuoriclasse
“Era solo, ma voleva attenzione. Aveva preteso che filmassi le sedute di psicoterapia alle quali si sottoponeva regolarmente. Ma dopo la sua morte ho deciso di distruggere quel materiale. Una decisione che ho condiviso con mia moglie. Era tutto troppo privato e personale”.
É una delle rivelazioni che Gianni Minà storico cronista di sport e di costume ha confidato in una lunga intervista al Corriere della Sera.
Minà che ha conosciuto personalmente Maradona, cui era legato da una affettuosa amicizia, è stato sicuramente uno dei giornalisti che ha saputo raccontare meglio il mito del Pibe de Oro.
In attesa che inizi il processo che dovrebbe chiarire le responsabilità della sua morte, avvenuta il 25 novembre 2020 in circostanze mai completamente chiarite, Minà è tornato a parlare del calciatore ma anche dell’uomo Maradona che ha intervistato più volte e con il quale ha condiviso anche l’ultimo periodo della sua vita. Il più tragico.
A 84 anni compiuti Minà traccia un bilancio di una vita professionalmente straordinaria: “Felice è una parola grossa, della quale spesso si abusa. Ci sono pochi attimi di felicità dettati da grandi eventi personali e professionali. Ma la felicità è uno stato di grazia che non si raggiunge quasi mai. Se non per brevissimi istanti”.
Eppure il cronista è stato uno dei pochi a registrare interviste uniche, indimenticabili: “Ci sono state anche le interviste che non sono mai riuscito a realizzare. Come quella a Paul McCartney che per me resta un grande motivo di rimpianto. O quella a Nelson Mandela. Ci sono andato vicino per diverso tempo, per almeno due anni. Ma non siamo mai riusciti a incontrarci”.
Tra i rimpianti, il militare: “Un periodo assurdo, uno dei peggiori ricordi della mia vita insieme a quello che ho vissuto quando da bambino ero sfollato. Molte cose sono sbiadite, ma mi è rimasto l’orrore per qualsiasi gesto violento, ai quali non so replicare. Qualsiasi aggressione, anche verbale, mi blocca”.
Gli sportivi più grandi mai incontrati sono stati Maradona e Mohammed Alì: “Diego mi fece entrare nella sua vita in modo totale consentendomi di vedere e assistere a cose estremamente personali. La notizia della sua morte mi ha davvero sconvolto. E intristito. Di Alì ricordo la più grande lezione, della quale ho fatto tesoro. Quando, ormai malato, mi disse che nemmeno la malattia avrebbe mai potuto annullare tutto quello che la vita gli aveva regalato. La pandemia mi ha un po’ bloccato psicologicamente. Ho i miei acciacchi, fatico: ma continuo a leggere e a scrivere”.
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