Marcell Jacobs (Ansafoto)
“Marcell Jacobs tornerà presto al top”: l’annuncio di un personaggio importantissimo. Il mondo dell’Atletica attende il recupero del velocista azzurro
Doveva essere il favorito numero uno nella finale dei 100 metri a Eugene e invece i problemi fisici lo hanno condizionato a tal punto da alzare bandiera bianca.
Una delle delusioni più cocenti dell’ultimo periodo per quanto concerne il mondo dell’Atletica italiano. Marcell Jacobs era il campione olimpico in carica della distanza regina, i 100 metri. Il suo percorso in questo 2022 era stato fino ad un certo punto addirittura esaltante, con una stagione Indoor da incorniciare. I Mondiali vinti a Belgrado sui 60 metri un apice da cui ripartire per la gara più lunga, quella a lui più congeniale. Purtroppo, però, a Eugene Marcell non è arrivato come sperava. I problemi alla coscia prima e al gluteo poi ne hanno limitato la preparazione e la fiducia. Troppo grande l’appuntamento in Oregon per disertare e allora eccolo pronto in batteria con un discreto 10″04 e il pass per la semifinale. Qualcosa non è andato però proprio nella meccanica di corsa e a quel punto il buon senso ha avuto il sopravvento. I suoi campionati sono finiti in anticipo, nella speranza di salvare la stagione con gli Europei di Monaco di Baviera ad agosto.
Dopo queste vicissitudini in molti hanno iniziato a paragonarlo ad una semplice meteora. Jacobs campione olimpico e poi nulla più. Un fuoco che si è acceso velocemente e altrettanto frettolosamente si è spento. Pensieri che però poco hanno a che vedere con chi conosce l’Atletica e i suoi reali valori. A dar manforte alla tesi contraria, ovvero che Marcell sia effettivamente un campione, è anche il massimo esponente del World Athletics (ex IAAF), ovvero Sir Sebastian Coe. In una bella intervista al Corriere della Sera, il numero uno dell’Atletica mondiale ha parlato del momento che il velocista azzurro sta attraversando.
“La gente non si rende conto che una stagione olimpica è brutale, per il corpo e la mente. Ti consuma. Io dopo l’oro nei 1.500 ai Giochi ‘84, nell’85 combinai poco: lottavo contro il mal di schiena. Solo arrivare a Tokyo, con la pandemia, l’anno scorso fu estenuante per gli atleti. Venivano da due stagioni confinati, senza allenamenti e routine, con programmi impossibili da rispettare. Come Warholm, Ingebrigtsen e la Thompson, Jacobs non si è confermato. Lo capisco. Ma a volte un anno storto serve a ritrovare la motivazione. Aspetto Jacobs a Budapest”. La speranza è quindi che Marcell a breve possa tornare ad essere ai suoi livelli, quelli stratosferici di Tokyo.
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