Una carriera lunga e di grande successo ma anche tantissime conseguenze fisiche per un fuoriclasse NBA alle prese con tanti problemi
“Faccio fatica a muovermi, ci sono giorni in cui cammino con grande fatica, sono le conseguenze di avere chiesto troppo al mio fisico. Risorse che purtroppo nessuno ora mi restituirà”.
É solo uno dei passaggi chiave di una lunga intervista di Dirk Nowitzki, leggenda tedesca, 21 stagioni da professionista in NBA con i Dallas Mavericks.
Parlando con Toni Kroos, bandiera del calcio tedesco, autore di un blog e di un podcast molto popolare in Germania, Nowitzki ha raccontato quella che è la sua vita lontano dal campo, al termine di una carriera che si è conclusa a 41 anni suonati. Una vita sportiva straordinaria, coronata da un titolo NBA vinto nel 2007. Il primo giocatore europeo a vincere un anello del campionato pro americano.
Oggi tuttavia Nowitzki riflette sulle risorse investite in carriera, sui dolori, sugli infortuni trascurati: “I dolori sono tantissimi, schiena, gambe, braccia. Ti accorgi di quello che hai dato quando ti alzi al mattino e comincia a farti male qualsiasi muscolo, anche quelli che non ti ricordavi di avere. Il logorio fisico di una carriera del genere, non solo delle partite e dei colpi subiti ma anche di allenamenti e sedute in palestra, è evidente. Non si è mai pentiti di quello che si è fatto quando si ha una carriera come la mia. Ma forse oggi, a mente fredda, mi risparmierei almeno gli ultimi due anni”.
Nowitzki ammette che le conseguenze fisiche sono state pesanti: “Vorrei continuare a fare sport, ma riesco a fare qualche scambio di tennis in doppio, con i miei figli. Niente basket, per carità. La mia mobilità è considerevolmente ridotta, e molto dolorosa. É il grande rimpianto che ho. Uno dei miei figli ama il calcio, ed è bravo. Mi sarebbe piaciuto giocare con lui”.
Nowitzki, 44 anni, 2.13 per 111 chili in peso forma, ha preso qualche chiletto: “Devo stare attento al cibo e muovermi un po’ mi aiuterebbe. Ci vuole il giusto equilibrio”.
Ha scelto di continuare a vivere negli Stati Uniti. Lavora come consulente e testimonial per i Mavericks, spesso gli chiedono di giocare in gare di esibizione: “Partecipo, perché non rinuncio mai a eventi di beneficenza, ma giocare non ha senso e rischia di essere un danno. Amo questo lavoro perché mi consente di restare nell’ambiente facendo le cose che amo fare ma dedicando più tempo alla famiglia cui ho rinunciato per molti anni tra partite e trasferte”.
Nowitzki è sposato con la splendida modella svedese Jessica Olsson e ha tre figli, una bimba di otto anni e due maschi di sette e cinque. Da ormai diversi anni ha il passaporto americano.
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