Alexander Zverev fa sognare di nuovo i suoi fan, scelta la data del rientro. Il campione tedesco sta lavorando dopo l’infortunio a Parigi
L’ultima immagine che abbiamo di lui, un mese e mezzo fa, è quella della sua caduta e delle sue urla sul Centrale di Roland Garros. Alexander Zverev stava giocando la semifinale contro Nadal, vincendo poteva anche diventare il nuovo numero 1 al mondo. E invece è stato tradito dalla caviglia e ora è fermo.
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Fermo per il campo, ma non per preparare i prossimi impegni. L’operazione che ha affrontato quattro giorni dopo e gli esami successivi avevano già escluso problemi maggiori rispetto a quelli già evidenziati da subito. La caviglia destra adeso è bloccata da un tutore che gli permette comunque di muoversi ed è già una buona notizia.
L’altra, ancora migliore, è che il tedesco è tornato ad allenarsi con più intensità. Riesce ad andare sulla cyclette e a camminare, anche se per ora di corsa non si parla. Nelle ultime ore attraverso i suoi canali social Sascha ha postato tutto per aggiornare i suoi fan ma anche la stampa suoi progressi che sta facendo. E ha anche ipotizzato il suo rientro in campo, in tempi non troppo lunghi.
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Alexander Zverev fa sognare di nuovo i suoi fan, ha programmi chiari per il futuro
L’obiettivo, che per ora resta un sogno, è quello di rivederlo in campo a fine agosto per gli US Open anche se il cemento newyorchese non è il miglior alleato per la sua caviglia. Ma lui non esclude questa possibilità e il lavoro che ha cominciato negli ultimi giorni punta proprio in quella direzione
Lo ha confermato ai microfoni della tv tedesca RTL: “Riesco a mettere un po’ di peso sulla gamba, sto per camminare senza stampelle e questa è una bella sensazione. Non ho ancora rinunciato agli US Open e ovviamente voglio far parte della Coppa Davis. Questo è un obiettivo, anche perché io e mio fratello abbiamo anche aiutato con l’organizzazione a portare la Coppa Davis ad Amburgo”.
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Amburgo, la loro città natale anche se la famiglia è di origine russa. ma prima di arrivarci, Zverev deve essere sicuro di non avere ricadute: “Non vedo l’ora di iniziare la riabilitazione. Ognuno ha la sua strada e il suo percorso, io forse dopo questa esperienza tornerò ancora più forte”.