Tour de France 2022, terrore Covid in mezzo al gruppo: è arrivato il verdetto. Dopo il riposo, arriveranno i primi esami sulle Alpi
Con Tadej Pogacar in maglia gialla e una classifica ancora compatta, nonostante la netta superiorità mostrata finora dal campione sloveno, il Tour de France 2022 è arrivato al giorno di riposo.
In attesa degli esami che cominceranno il 12 luglio con il trittico di tappe sulle Alpi, c’era grande ansia per i verdetti legati ai controlli sulla positività al Covid in mezzo al gruppo. Come ha dato sapere ufficialmente l’UCI poco fa, non è stato riscontrato nessun caso di positività e quindi saranno tutti liberi di partire.
Sono quindi tre i ciclisti positivi: Bouchard dell’AG2R Citroën e Laengen dell’UAE Emirates dopo la 7^ tappa, e poi Guillaume Martin prima del giorno di riposo. Il capitano della Cofidis ha vissuto una situazione moto simile a quella di Matteo Berrettini a Wimbledon: “Quando ho fatto il tampone domenica mattina – ha raccontato a L’Equipe – è venuto fuori che ero altamente contagioso, ma questo livello di contagiosità non è previsto nel protocollo. Se non avessi detto nulla sabato, domenica avrei continuato a correre. E penso che altri corridori facciano così”.
Una domanda che è stata fatta anche alla maglia gialla nel giorno di riposo. Pogacar in un caso del genere come si comporterebbe, con il rischio di tornare a casa? “Se dovessi essere positivo superando la soglia per cui sei infettivo, non sarebbe rispettoso per compagni, staff e resto del gruppo continuare. Non importa se sei in maglia gialla o meno, se hai il virus devi smettere”.
Lo sloveno ha anche parlato della sua voglia di vincere sempre ricordando che in fondo è quello che sognano tutti gli sportivi, non solo i ciclisti. Ma non si considera un cannibale e non pensa di avere già il Tour in tasca. Ora arrivano tre tappe che riscriveranno la classifica, soprattutto quelle del Granon e la classica dell’Alpe d’Huez. Giovedì sera forse sarà tutto più chiaro.
Ma la maglia gialla non è arrivata troppo presto? “Impossibile dire di no a quella maglia, è qualcosa di speciale. E poi in questo modo possiamo anche controllare maggiormente le cose, per me va bene così”.
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