Jannik Sinner (LaPresse)
Jannik Sinner, l’annuncio fa impazzire i tifosi: “E’ una tigre in gabbia”. Il tennista altoatesino è reduce da un grandissimo torneo di Wimbledon
A soli 20 anni è arrivato a un passo dal battere Djokovic sul Campo Centrale di Londra. Il nuovo coach, Darren Cahill è sicuro che abbia la scintilla giusta per arrivare in vetta.
Quando parliamo di lui dobbiamo sempre ricordare che si tratta di un classe 2001. Jannik Sinner ha ancora 20 anni anche se tennisticamente ne dimostra almeno 10 di più. Dotato di una testa fuori dal comune, ha saputo rispondere alla critiche sul campo, come fanno i grandi campioni. I Quarti di Finale raggiunti a Wimbledon sono un traguardo da incorniciare, sia per come ha sconfitto Alcaraz sia per quello che è riuscito a fare nel match con Djokovic. Contro il numero uno del mondo e grande favorito per la conquista del settimo titolo, l’altoatesino ha sfoderato due set di altissima scuola, costringendo il serbo ad una rimonta pazzesca. Se il buongiorno si vede dal mattino possiamo dire che la collaborazione con Darren Cahill è nata sotto una buona stella. Il coach australiano segue Sinner solo da poche settimane, affiancando coach Vagnozzi, ma già sta dando un contributo importante.
Cahill in carriera ha tirato su numeri uno come Hewitt e la Halep e sa cosa serve ad un tennista per essere un campione. Parlando di Sinner in una recente intervista al Corriere della Sera, il supercoach ha manifestato un parere piuttosto lusinghiero nei confronti del suo assistito.
“Novak Djokovic dice che Jannik Sinner gli somiglia e ha ragione – spiega Cahill -. Ma vado oltre. Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito. Jannik è una tigre in gabbia, aspetta solo di essere liberata in campo“.
“La miglior qualità di Jannik è la fiducia, la convinzione di poter arrivare al vertice di questo sport. Non è qualcosa che si impara: ci nasci. Forse gli deriva anche dal suo passato di sciatore”.
Poi l’allenatore australiano aggiunge: “Con Novak ha perso senza mai smettere di provarci, di essere creativo. Non può essere triste, proprio no. Con un 3% di maturità in più, già cambia tutto. È una spugna: impara da ogni palla. Ma è già eccezionale“.
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