Wimbledon, Ons Jabeur è la prima finalista del torneo femminile

Ci sono voluti tre set, ma la tunisina Ons Jabeur si conferma personaggio di grande rilievo in vista della finalissima di Wimbledon

Le lacrime le restano appese fino a quando non le scappano definitivamente davanti alla standing ovation del centrale di Wimbledon.

Wimbledon Jabeur
Vittoria in tre set per Ons Jabeur, prima finalista a Wimbledon (Foto ANSA)

Ons Jabeur è la prima finalista di Wimbledon, ed è la prima donna africana a conquistare questo privilegio nel corso di una stagione che l’ha vista fin qui grande protagonista.

Wimbledon, Jabeur in finale

La vittoria di Ons Jabeur è netta anche se la tunisina è stata costretta a giocare tre set non solo per i meriti di un’avversaria come la tedesca Tatjana Maria, estremamente tonica nonostante la recente gravidanza e il rientro in campo da poche settimane. Ma anche per demeriti propri: perché la tunisina nel secondo set ha mostrato momenti di cedimento e di tensione, svelando forse anche qualche paura di troppo che l’ha portata a sbagliare più del necessario.

La prima finalista

Ma quando Ons Jabeur è stata in campo, trovando le sue diagonali strette, i suoi passanti improvvisi e le accelerazioni che l’hanno portata a conquistare due trofei quest’anno, a Berlino e a Madrid perdendo in finale a Roma solo contro Iga Swiatek, non c’è stata partita.

Wimbledon Jabeur
Ons Jabeur è la prima tennista africana a giocare in finale a Wimbledon (Foto ANSA)

Onore al merito di Tatjana Maria (6-2 3-6 6-1) capace di tenere testa alla sua avversaria, le due sono grandissime amiche, e di rimettere in discussione il risultato nel secondo set. É bastato resettare le emozioni alla Jabeur per riprendere il controllo e chiudere i conti con un terzo set assolutamente dominato dall’inizio alla fine, nel corso del quale ha concesso un solo game sul 5-0.

Ons Jabeur è la prima tennista africana in finale a Wimbledon: “Spero di essere un motivo di ispirazione per tante altre ragazze, questa è indiscutibilmente una delle gioie più grandi della mia vita”.

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