Michele Scarponi, l’ultimo omaggio è da brividi: quel gesto è passato alla storia. Sei anni dopo, celebrata una delle più grandi imprese
Sono passati più di cinque anni da quando Michele Scarponi è stato strappato improvvisamente e violentemente all’affetto dei suoi cari e di tutti i tifosi. E grande alla Fondazione che porta il suo nome ci sono sempre mille occasioni per ricordarlo, ma l’ultima mette i brividi.
Perché la mente torna al 2016, l’anno dell’ultima vittoria di Vincenzo Nibali al Giro dopo una rimonta clamorosa e che pareva impossibile. Una risalita nella quale il ruolo di Michele, allora suo compagno di squadra nell’Astana, era stato fondamentale soprattutto nella tappa che sconfinava a Risoul.
Ad un certo punto Scarponi che era in fuga fu avvisato che da dietro il suo capitano stava risalendo e letteralmente si fermò. Erano passati sul Colle dell’Agnello, una delle salite iconiche del Giro d’Italia tra Piemonte e Francia, che per gran parte dell’anno è chiusa per neve. E sulla salita finale di Risoul, che è diventata fondamentale per cambiare la storia, i cicloamatori troveranno una targa a commemorare quel gesto.
Merito della Fondazione Scarponi e della famiglia che sono saliti in bici per compiere quel gesto. Con loro tanti appassionato e anche Beppe Martinelli, il direttore sportivo che all’epoca, come oggi, era alla guida dell’Astana e dall’ammiraglia aveva seguito quelle gesta. “Grazie a chi si è unito stamattina a noi in questo tratto di strada francese – scrive la Fondazione – dove Michele ha scritto una delle pagine più belle del ciclismo moderno e dove noi ripartiamo ancora una volta come un gruppo più forte e unito”.
Michele Scarponi, l’ultimo omaggio è da brividi: cosa è successo quel giorno
Per chi avesse rimosso il ricordo, riassumiamo quello che era successo nella tappa di Risoul e perché Michele Scarponi erta stato così fondamentale. Mancavano soltanto tre tappe alla fine del Giro 2016 e la classifica era chiara: Vincenzo Nibali viaggiava a 4’43” dalla maglia rosa, quarto in classifica generale e anche solo il podio sembrava già un’impresa.
A parte la cronometro di Milano, c’erano ancora due tappe di montagna per attaccare: quella di Risoul con il Colle dell’Agnello (Cima Coppi di quella edizione) e poi quella di Sant’Anna di Vinadio. Sul Colle dell’Agnello. in mezzo alla neve, il messinese scattò e nella foga di rincorrerlo Kruijswijk che era davanti a lui in classifica andò a sbattere sulla neve riportate a bordo strada.
Michele Scarponi intanto era in fuga e doveva cominciare la salita finale verso Risoul. Dall’ammiraglia gli dissero di fermarsi e aspettare Vincenzo che aveva attaccato, per darli una mano e tagliare fuori dai giochi l’olandese. E così una vittoria certa per il marchigiano si trasformò in un assist per Nibali.
Scarponi aspettò mettendo piede per terra, Nibali che era con la maglia di campione d’Italia vinse la tappa e scalò la classifica, andando poi a conquistare la maglia rosa il giorno successivo e la storia fu riscritta.