Scandalo in Serie A, un giocatore di un club eccellente rischia il carcere. Ancora fango sul calcio italiano, il 21 giugno avrà inizio il processo
Il calcio italiano rischia di essere travolto da un altro scandalo, l’ennesimo nella storia del pallone nel nostro paese. Stavolta però l’accusa, pesantissima, che pende su un giocatore del campionato di Serie A non ha a che fare con un giro strano di scommesse o con l’utilizzo smodato e improprio di farmaci, ma è legata a uno dei reati più vili e spregevoli che un uomo possa commettere, lo stupro.
La violenza sessuale, addirittura di gruppo, ai danni di una studentessa universitaria è il clrimine di cui si sarebbe macchiato un giovane centrocampista, peraltro figlio d’arte, di un club storico del nostro calcio.
Il giocatore coinvolto è Manolo Portanova, 22enne centrocampista in forza al Genoa e figlio di Daniele Portanova, ex difensore centrale anche lui con un passato in maglia rossoblu. Su Portanova pende l’accusa di violenza sessuale di gruppo (insieme a un amico e a un parente, mentre un quarto imputato sarà giudicato dal Tribunale dei minori di Firenze) su una studentessa universitaria
I fatti in questione sono accaduti in un’abitazione privata a Siena, nella notte fra il 30 e il 31 maggio scorso. E proprio nella città toscana si terrà il processo il 21 giugno: in caso di condanna, le pene previste sono comprese tra gli 8 e i 14 anni di carcere.
Scandalo in A, Portanova accusato di stupro chiede il rito abbreviato
In vista del processo, Portanova ha chiesto per lui il rito abbreviato, una fattispecie che consente all’imputato di ottenere una riduzione della pena. A spiegare nei dettagli il motivo di questa scelta è l’avvocato del giocatore, Gabriele Bordoni: “Non abbiamo pensato alla scelta del rito abbreviato come se si trattasse di un paracadute. Noi vogliamo che la vicenda venga chiarita nei dettagli così da uscire innocenti dal processo”.
Bordoni poi chiarisce ulteriormente: “In questo modo semmai c’è la volontà di evitare nuove sofferenze a tutti i soggetti coinvolti, i ragazzi e la ragazza, come sarebbe avvenuto nei tempi e nei modi di un processo pubblico che crea afflizione per tutti. L’abbreviato offre invece tempi e modi più consoni. Ci sono ancora un paio di cose che devono essere chiarite”.